Discarica Mad: No al V Bacino

Avete presente quei mostri dei videogiochi che puntualmente sono sempre lì ad attendervi dietro l’angolo? Questa è una storia simile, l’unica differenza è che il mostro è reale e non se ne mai andato. Anzi, punta a crescere sempre di più: come un virus incontrastato, come un buco nero pronto ad inghiottire il nostro territorio, ogni giorno di più.

Dopo 3 anni, infatti torna in discussione l’ampliamento della Discarica di Roccasecca con la costruzione di un V Bacino.

V bacino: Cosa significa?

Provo a rendere la questione più chiara possibile, citando i numeri presentati dalla ditta proponente.

Proposta di Ampliamento Discarica: sintesi non tecnica

500 TONNELLATE A GIORNO DI RIFIUTO PER 68 MESI ( CON L’INEVITABILE AUMENTO DI CAMION SULLE NOSTRE STRADE) PER UN INVASO COMPLESSIVO DI 4,7 ETTARI DI DISCARICA, che vanno ad aggiungersi ai 4 bacini precedenti.

Una discarica che raggiungerebbe più di 23 anni di attività se questo allargamento fosse avallato della Regione Lazio.

Questa proposta si inserisce ovviamente nel quadro regionale di gestione dei rifiuti che vede

  • L’insufficienza Cronica della Capitale, dovuta alla mancanza di impianti e ad una raccolta differenziata che definire pessima è un complimento. Le vicende di questi ultimi giorni, inoltre, narrano dell’ennesimo azzeramento dei vertici Ama.
  • La Discarica di Colleferro andrà in esaurimento a fine anno.
  • La mancata definizione di un sito alternativo a Roccasecca da parte della Provincia di Frosinone?

Cosa fare?

Il 14 ottobre ci sarà la conferenza dei servizi presso la sede della Regione Lazio a cui ovviamente parteciperò. Non è tempo dei se e dei ma, non è il momento di temporeggiamenti, è IL TEMPO di ribadire nella maniera più forte che questo territorio non è la discarica di nessuno, che quest’opera non ha alcun senso logico se si guardano le direttive europee e le volumetrie di questa Provincia, che questo territorio non è destinato a morire, che noi non siamo quelli che abitiamo la parte sbagliata della storia. E’ il momento di compattarci per difendere l’avvenire nostro e delle persone che verranno dopo di noi, è il momento anche di scendere nelle piazze e nelle strade per far sentire la nostra voce.

Non può esserci alcuno sviluppo se andranno avanti queste opere e non hanno alcun senso i contentini, le briciole, le opere compensative. Vogliamo vivere dignitosamente. VOGLIAMO UN FUTURO PER LA NOSTRA TERRA: NO AL V BACINO.

Conte II: tutto o niente

Tutto o niente, opportunità o fallimento, un governo capace di unire o quanto meno riavvicinare due anime nate dalla stessa costola o una baruffa continua di pochi mesi. Questi sono gli opposti scenari del Governo Conte II ed il limite, tra un successo ed una Caporetto, è davvero esile.

Il matrimonio tra Pd e 5 Stelle nasce nel momento in cui i due partiti sono al punto di massima distanza. Nessuno si sarebbe scandalizzato nel 2013, quando l’accordo sembrava il naturale sbocco alla “non vittoria” Bersaniana. Nessuno si sarebbe scandalizzato quando il M5S candidava Rodotà, Prodi e Gino Strada al Quirinale ( solo per dirne alcuni). In 6 anni è successo di tutto ed il contrario di tutto: Letta e l’Enrico Stai Sereno, Renzi, il Partito nazione e il 4 dicembre da una parte, la scatoletta di Tonno, gli streaming, l’opposizione dura e pura, la vittoria alle politiche, l’accordo con Salvini ed il tracollo dall’altra.

Se il lancio della Moneta darà Niente, il risultato lo sappiamo tutti: la Lega sfonda alle prossime elezioni politiche, Salvini e La Meloni eleggeranno il Presidente della Repubblica e ci saranno cenere e macerie nei dem, nei 5 stelle e anche a sinistra del Pd, incapace di organizzarsi decentemente in questi anni. Fine della partita. Game, set, match per la Lega e i sovranisti ed in questo caso la toppa sarà stata peggiore del buco.

Se il lancio della Moneta darà tutto, beh, inizia una nuova storia che ipoteticamente potrebbe e dovrebbe portare ad alcuni interessanti scenari, su tutti la responsabilizzazione del Movimento ed una riconnessione sentimentale con alcuni pezzi di elettorato persi per sempre nella boria e nell’immobilismo di questi anni dalle parti del Nazareno. Raramente si avrà la possibilità in Italia di un Governo che potrebbe agire con coraggio sul welfare, sui diritti sociali e civili, sulla riconversione ecologica dei sistemi di produzione e della società, sulla valorizzazione dei beni comuni, sulla centralità di un sistema di welfare pubblico e la ricostruzione di un rapporto costruttivo con le parti sociali. Pensiamoci ma soprattutto ricordiamo, a chi sta nella cabina di regia, di non sprecare questa insperata e probabilmente ultima occasione.

Come iniziare dunque a riempire questo vuoto attuale? Evitando di riproporre i dirigenti che nei governi Renzi/Gentiloni non ne hanno beccata una neanche per sbaglio ed i Ministri del Conte 1, costruendo un Governo in cui le donne siano presenti e protagoniste (ma non per riempire una casella ma per dimostrare che si ha un’idea completamente diversa di società e quindi di politica), scegliendo in base alla competenza, al merito e non alle correnti, riconoscendo la disumanità dei decreti sicurezza 1 e 2, lavorando sul cuneo fiscale delle aziende, ragionando sui grandi temi dell’automazione industriale, mettendo in sicurezza il territorio italiano, indiscutibilmente europeista nel senso autentico del termine.

Insomma abbiamo bisogno di un Governo che non prometta l’assurdo, che sia meno spaccone e più umile, che faccia delle cose semplici e per bene, mostrando rispetto per le Istituzioni e agendo seguendo i principi della nostra Carta Costituzionale. Chiedo troppo?

L’urgenza di un’alternativa


Le immagini del Ministro on the beach rimbalzano ovunque sulla nostra rete, ci indignano e seguono il corso di tanti altri piccoli e grandi show da baraccone, tirati su ad arte per non affrontare i problemi reali. Fumo negli occhi. 
Scimmiottare Salvini su questa/e cose, però, nonostante il nostro sdegno non ci salverà: non smuoverà un consenso che sia uno.
Tra un insulto e una sagra, Salvini comunicativamente non vuole apparire come un Ministro della Repubblica, non vuole farlo, non ha idea di farlo. Vuole apparire il più “comune” possibile, parlando un gergo che si muove tra il razzista ed il trash. 
Quindi che fare? Abbiamo bisogno di costruire una proposta alternativa, chiara, popolare ma non populistica, capace di spiegare e di far capire che da un anno e mezzo a questa parte abbiamo visto solo propaganda.
Abbiamo bisogno di capire ( se non l’abbiamo ancora capito) che così non va, che nessuno è autosufficiente, che nessuno può permettersi di alzare bandiere e bandierine ed uscire dall’autoreferenzialità. Abbiamo bisogno di rimettere in discussione tutto, per alzare al più presto, almeno, un muro di contenimento. La gara a dire io l’avevo detto/ io l’avevo fatto, in questo particolare momento storico, vale quanto essere ricco a Monopoli. 
Dettare un’agenda, avere una visione e lavorare nelle città, sui territori, nei quartieri. Prendersi pure qualche insulto nei mercati o davanti qualche call center, ma esserci. 
Lo stato liquido o gassoso o semi liquido dei vari partiti è più o meno omeopatico. Una cerbottana vs un carro armato.
Essere pratici, partire da un piccolo risultato per arrivare a un risultato più grande e complesso. Essere coerenti e credibili. 
Insomma per avere un consenso elettorale, bisogna prima di tutto stare nella società, far maturare le nostre idee in essa, parlare anche a quel pezzo di Paese che sembra irrimediabilmente perso. 
Per me si parte da due punti fissi: ecologia e socialismo. Non può esistere una una società umana capace di sostenibilità nel tempo, se non è una società giusta, con un forte livello di consapevolezza, istruzione, partecipazione.

2007 Grazie!

“Ci sono due tipi di persone che ti diranno che non puoi rappresentare la differenza nel mondo: quelle che hanno paura di tentare e quelle che hanno paura che tu ce la faccia”.

Non so proprio da dove cominciare: sono felice, stanco, assonnato ed un pizzico orgoglioso. C’è tanto da dire su questo voto Europeo e per analizzarlo ci sono almeno 3 livelli di ragionamento: il contesto continentale, quello nazionale ed il risultato personale.
Parto dall’ultimo e lo faccio ringraziando le 2007 persone che hanno deciso di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale. Una bella ed importante responsabilità. Un risultato personale incredibile, inaspettato e per questo certamente più emozionante. Faccio seriamente fatica a crederci.
Credo molto nella ciclicità delle cose: ogni punto di arrivo diviene così un nuovo inizio ed è e sarà così anche questa volta. I tanti appunti presi in questo viaggio sono già divenuti stimoli e pungoli per il lavoro futuro.
Dovrei ringraziare un’enormità di persone perché questo risultato è frutto di un lavoro di squadra, di un collettivo che ancora una volta si è messo al lavoro per me in maniera gratuita, spontanea e generosa.Non smetterò mai di dire loro grazie. Non smetterò mai di ripetere che la politica è sforzo collettivo e rappresentanza delle istanze territoriali.
Tanti mi hanno affidato il loro primo voto, in tanti mi avete detto vado a votare perché ci sei tu, tanti mi hanno detto “non deludermi anche tu”. A tutti voi posso solo dire che continuerò e continueremo a lavorare come abbiamo fatto in questi anni avendo maggiore forza, determinazione e coraggio nel portare avanti le nostre battaglie ambientali fatte di dignità ed orgoglio.

Un capitolo a parte in questa storia merita il mio Paese, San Giovanni Incarico: 436 preferenze, con una percentuale che sfiora il 28%. Ringrazio ad uno ad uno i miei concittadini per l’enorme fiducia riposta nei miei confronti. E’ un vero e proprio onore per me.
El camino es la ricompensa: Adelante, Adelante, Adelante!

Agricoltura e Blockchain

Nel programma territoriale della mia campagna elettorale ho deciso di inserire un punto su agricoltura e cambiamenti climatici: rischi, sfide ed opportunità. In molti mi hanno chiesto, cosa intendi per opportunità?

La rivoluzione digitale avvenuta, ma soprattutto quella che è alle porte con l’avvento del 5G modificherà radicalmente le abitudini quotidiane.  Una delle sfide che nel futuro prossimo la politica dovrà affrontare sarà proprio quella di sfruttare l’innovazione tecnologica mettendola al servizio delle persone. Un processo delicato, vista l’enorme automazione che si svilupperà, nel quale partiti e sindacati dovranno dimostrare di essere in grado di leggere i processi moderni e di non far subire gli ineluttabili cambiamenti dei nostri tempi ai lavoratori. Ritengo che uno dei campi in cui si possa sperimentare, prima, ed ottenere risultati poi, è proprio quello dell’agricoltura.  Non è una chimera parlare ormai di smart-agrifood.

La tecnologia blockchain sta ricevendo sempre più attenzioni per via delle sue caratteristiche, infatti essendo in grado di eliminare completamente gli intermediari dalle transazioni e, al contempo, garantire la sicurezza e la trasparenza delle informazioni, la sua adozione si estende ben oltre le ormai famose criptovalute (tra cui il Bitcoin). L’Economist ha definito questo protocollo, “The Trust Machine”, ovvero la macchina della fiducia per la sua capacità, all’interno di una architettura distribuita e centralizzata, di ottenere dei processi di verifica in cui nessuno detiene autonomamente il potere di controllo.               

Ma come può la tecnologia blockchain migliorare l’industria alimentare? Innanzitutto, la blockchain ha la possibilità di rendere l’intera infrastruttura alimentare più trasparente ed efficiente, oltre ad aumentare la qualità dei prodotti andando incontro alle esigenze dei consumatori.

Attualmente la catena alimentare è molto complessa,infatti, durante ogni fase possono verificarsi numerose problematiche legate in modo particolare ai processi di trasformazione e di distribuzione degli alimenti. Possono verificarsi, inoltre, complicazioni legate alla sicurezza alimentare, agli sprechi e alla provenienza – dalle contaminazioni alle diffusioni di malattie di origine alimentare – che possono causare non solo enormi danni ai produttori ma anche seri problemi ai consumatori.

I potenziali benefici

Tracciabilità e sicurezza. La tecnologia blockchain con il supporto dell’Internet of Things (“l’internet delle cose”), offrirebbe ai consumatori informazioni complete, sicure e certificate, consentendo di tracciare e conoscere la provenienza di determinati prodotti alimentari.

In questo modo si eviterebbero problemi di contaminazioni, di diffusione di malattie di origine alimentare e altri inconvenienti legati al cibo, come l’utilizzo illecito del marchio Made in Italy. In particolare, in caso di contaminazione sarebbe possibile rintracciare prodotti specifici in qualsiasi momento e rimuoverli immediatamente dalla distribuzione.
Si formerebbe di nuovo un collegamento diretto produttore-fornitore-consumatore. Attualmente l’agricoltore e il consumatore sono disconnessi, con la blockchain si creerebbe un legame tra i due soggetti. Questo porta ad un risultato semplice ma prezioso: i consumatori possono avere accesso, in modo chiaro e trasparente, a qualunque tipo di informazione riguardanti i prodotti alimentari.

Tradotto in soldoni vuol dire conoscere in tempo reale tutte le transazioni che avvengono sulla catena: un rivenditore potrebbe sapere, ad esempio, con chi il suo fornitore ha avuto rapporti; un consumatore tramite un codice QR potrebbe conoscere la data di nascita di un animale, se sono stati usati antibiotici o vaccini durante l’allevamento, e il luogo in cui è stato allevato.

Riduzione degli sprechi alimentari. Gli sprechi alimentari derivano principalmente dal fatto che ogni singola fase della catena del valore deve stimare la domanda. La blockchain potrebbe essere sfruttata per ridurre la distanza delle informazioni da una fase all’altra della catena di approvvigionamento. Razionalizzando le catene di approvvigionamento e aumentando la condivisione delle informazioni è possibile quindi ridurre gli sprechi alimentari. Inoltre, in caso di contaminazione, i prodotti contaminati possono essere rintracciati facilmente e rapidamente, mentre i cibi sicuri resterebbero sugli scaffali e non sarebbero inviati alle discariche.

Efficienza.La blockchain renderebbe la catena di approvvigionamento più efficiente perché, seguendo tutte le fasi di lavorazione dei cibi e i conseguenti spostamenti lungo la filiera di produzione fino ad arrivare al consumatore finale, ridurrebbe notevolmente i tempi. Permettendo, inoltre, di far conoscere i costi di ogni singola fase della produzione di un particolare prodotto alimentare: tutelando sia i piccoli produttori che potrebbero essere maggiormente tutelati, sia i consumatori che potrebbero verificare eventuali rincari illeciti. Una filiera insomma più equa e solidale.C

Meno sprechi, meno corruzione, più trasparenza e più qualità: un’agricoltura sostenibile, ricca di opportunità, passa anche per l’introduzione di questi nuovi paradigmi tecnologici.

Umberto Zimarri- Candidato alle Elezioni Europee, Europa Verde.

Francesco Rampini- Comitato Possibile Salvador Allende, esperto tecnologia Blockchain.

Una Prospettiva di futuro

In un’economia che stenta a riprendersi, i singoli si sentono smarriti: in tanti, troppi, a volte forse anche noi stessi, sono in balia della speranza che arrivi all’improvviso un salvatore. Questa speranza in realtà rappresenta un grande limite, ed è la più grande scusa per assecondare la pigrizia. Una scusa per non uscire dalla zona di comfort limitando la nostra visuale che rimane confinata a pochi metri più in là del cancello del nostro giardino.
Il ricordo che rimarrà di noi ai posteri, ai nostri successori, sarà misurato dal cambiamento che avremo indotto con la nostra esistenza sulle loro esistenze. Non è detto che tutti lasceremo un segno, e soprattutto non è assolutamente detto che questo segno, per chi lo avrà lasciato, sarà positivo. Non è scontato che i nostri successori (figli, nipoti) ci saranno grati per ciò che avremo fatto, anzi, dovremmo avere l’onestà intellettuale di tenere in considerazione l’ipotesi che potrebbero maledirci per come NON abbiamo saputo tenere cura di loro, del loro futuro (e come dargli torto visto quello che stiamo facendo, viste le persone che NOI stiamo mandando a amministrarci?). Una cosa però è certa, uno scopo nella vita tutti ce lo abbiamo, anche se a volte per qualcuno un po’ sfocato.

Tutti abbiamo uno scopo orientato a migliorare le cose. Ma migliorare le cose di chi? Spesso è per migliorare le cose che ci appartengono o che abbiamo più o meno vicino, altre volte alcuni (per i più nobili) vogliono semplicemente migliorare “le cose”, a prescindere da chi appartengono. E qui sta il punto.
“Ah, ma questo non riguarda me, non mi appartiene, non mi condiziona, pertanto non mi interessa” è la peggiore delle menzogne che continuiamo a dirci. Il fatto è che tutto ci riguarda, e soprattutto -mettiamocelo in testa- tutto ci appartiene, e di conseguenza dobbiamo sentirne la responsabilità.
Cosa accade quando finirà la nostra vita non è dato saperlo. Ma cosa (non) avremo fatto durante la nostra esistenza sì, e lo sapranno prima di tutti le persone a noi più vicine. Quindi guardiamoci intorno, poi guardiamoci indietro e poi, guardando avanti, proviamo a rispondere onestamente: cosa stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi?
Come fare quindi? La visuale sostenibile delle azioni è “semplicemente” è questa: prendersi cura del presente lasciando a quelli che verranno la possibilità di imitarci e magari migliorare. A questo scopo i grandi pilastri sulla quale si basa la scienza della sostenibilità sono tre: il pilastro economico, quello ambientale e quello sociale. Non si può prescindere da nessuno di questi tre pilastri, devono essere valutati in maniera organica e nessuno di questi può essere trascurato, in nessun momento.
Lo sviluppo sociale deve esserci per tutte le categorie: comunità locali, lavoratori, consumatori. Esso deve essere volto a promuovere la creazione di posti di lavoro, con condizioni equamente sicure e dignitose per tutti, senza discriminazioni di sesso, età, nazionalità, credo religioso, credo politico, o altro. Lo sviluppo sociale richiede uno sviluppo di infrastrutture adeguate con PIANI di MANUTENZIONE all’altezza di un paese sviluppato, di servizi al passo con i tempi. Deve essere assicurato per tutti la qualità dell’istruzione e dell’assistenza medica e l’accesso ai tutti i tipi di servizi.
Lo sviluppo economico deve assicurare alle imprese, ai commercianti e al popolo delle partite Iva, di poter far affidamento su una filiera trasparente, prima di corruzione, priva di inganni, con regole chiare e ben definite, così come sulla lealtà della concorrenza. Così da poter mantenere onestamente e liberamente la propria attività, i propri dipendenti e di conseguenza le loro famiglie.
Ma tutto questo non può essere fatto a danno dell’ambiente, se in uno qualsiasi di questi punti si sta ottenendo un beneficio economico o sociale a danno dell’ambiente allora si sta annullando tutto lo sforzo. Bisogna ripensare bene quello che si sta facendo.
I possibili danni ambientali sono molti, alcuni sono evidenti, ma molti sono “invisibili”, per questo sembrano non esserci.
Guardiamoci intorno un secondo, stiamo permettendo di venire sotterrati da rifiuti, con campi elettro magnetici sopra la testa. Nel nostro caso abbiamo un fiume che traporta i metalli pesanti di tutta la valle de Sacco dritta dentro il cuore del nostro paese, le falde dei nostri pozzi sono in condizioni disastrose, il paesaggio che abbiamo sta subendo abusi intollerabili e camminiamo su un suolo, sul quale coltiviamo i nostri orti, saturo di sostanze nocive che avvelenano un po’ per volta noi, le nostre piante e i nostri animali.
La brutta notizia è che questa è la situazione, la buona notizia è che c’è una soluzione: soluzione che richiede uno sforzo collettivo, profondo, radicale. Uno sforzo grande che forse non si è mai visto dalle nostre parti, perché passa per una rivoluzione sociale, politica e industriale.
Ma non abbiamo più tempo per aspettare, non c’è più tempo per attendere: tocca a noi e dobbiamo farlo, subito. Adesso. Senza timore, mettendo in campo una diversa prospettiva di politica, futuro e società.

Umberto Zimarri – Candidato Europee, Europa Verde
Antonio Valente – Ricercatore presso IMDEA Energy

Ho preso un impegno

Europa_Verde_CicloTurismo

7,6 miliardi: una cifra enorme. La cifra che muove l’indotto del cicloturismo.
Dal 2013 al 2018 i cicloturisti sono aumentati del 41%. Una delle tante chiavi di volta che servirebbero per riaccendere la speranza sui territori: posti di lavoro puliti, green, realizzati salvaguardando l’ambiente e il territorio.
Per queste ragioni ho deciso di sottoscrivere anche io, l’appello “Cycling for All” della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e l’European Cyclists’ Federation.
FIAB ed ECF chiedono che l’Unione Europea mantenga la rotta già fissata in questa legislatura. Sono diversi i risultati portati a termine, come il voto del Parlamento per richiedere 8 spazi-bici su ogni treno nuovo e rinnovato in Europa. Sul lungo periodo i candidati dovranno impegnarsi a incentivare la mobilità ciclistica affinché, entro il 2030, la metà degli spostamenti complessivi venga fatta in sella.

“Cycling for All” chiede poi che venga reso obbligatorio l’Intelligent Speed Assistance (ISA) in tutti i nuovi veicoli per tutelare pedoni e ciclisti. In termini economici, l’appello fissa al 3% la fetta del budget del settore trasporti che dovrà essere destinata alle infrastrutture ciclabili nel prossimo bilancio pluriennale (2021-2027). Ad oggi la spesa è dell’1,5%. L’appello, inoltre, impegna i candidati a far sì che la bici a pedalata assistita elettrica (con velocità limitata a 25 km/h e potenza entro i 250W) venga classificata come uguale alla bici tradizionale.
Ultimo, ma non ultimo, FIAB ed ECF puntano alla formazione di un Intergruppo Parlamentare sulla ciclabilità nel prossimo Parlamento.

Un altro modello di sviluppo è Possibile.

Quel che resta della Dichiarazione Schuman

Umberto Zimarri

Il 9 maggio del 1950, l’allora Ministro degli Esteri Francese, Robert Schuman pronunciava un discorso storico. Una delle pietre miliari del processo di costruzione dell’Europa Unita. A soli 5 anni dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, grazie ad una lungimiranza fuori dal comune, intuì la chiave di volta per avere stabilità nel vecchio continente: partire dal lavoro e dalla solidarietà tra popoli, unire il commercio con il desiderio di pacifica convivenza, “a quel punto una guerra tra Francia e Germania non solo sarà impensabile, ma sarà materialmente impossibile”. Era il primo passo verso la costruzione della C.E.C.A ( Comunità Economica Carbone ed Acciaio) nella quale i 6 Paesi Membri decisero di metter in comune le produzioni di carbone e acciaio.

Quell’intervento, passato alla storia, come Dichiarazione Schuman poggia su tre imprescindibili caposaldi:

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.”

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

“La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.”

Rileggendo attentamente queste profetiche parole non si può fare a meno di riflettere sul prezioso percorso compiuto in questi quasi 70 anni dai popoli Europei. Abbiamo avuto la fortuna ed il privilegio di vivere in un’epoca di pace come mai avvenuto prima in Europa: non possiamo tollerare chi mette in discussione l’Europa e l’Europeismo.  Come sappiamo benissimo, nessuna conquista è per sempre. Se non saremo sempre pronti a rinvigorire quel sentimento popolare con il giusto ardore, arriveranno forze reazionarie che saranno pronte a distruggerle per sempre. È l’internazionale dei nazionalisti: sono quelli che ci vogliono piccoli e divisi, quelli che vogliono riportare indietro le lancette del tempo, quelli che vogliono costruire muri al posto di ponti di civile convivenza e multiculturalità, quelli che fanno il gioco dei grandi potentati, delle industrie milionarie e reazionarie non certamente gli interessi del popolo, delle studentesse e degli studenti, delle persone che per campare dignitosamente ogni mattina si svegliano e vanno a lavorare.

Contemporaneamente le parole dello statista ci esortano a riflettere sulla situazione attuale della Governance Europea. Un processo di cambiamento non può più attendere.

Quel processo di costruzione non è ancora completo: non può bastare un’unione fiscale e monetaria se non si costruisce un Europa dei Popoli. Urge una sobria proposta per creare un potere democratico europeo, per dirla con le parole di Spinelli. Abbiamo bisogno di partiti veramente europei, di politici che non vedano Bruxelles per dopolavoro, di un giornalismo attento alle notizie europee, di professionisti che possano declinare sui territori le opportunità provenienti dalle Istituzioni Europee, di una riconversione green del sistema industriale, di un regime fiscale comune, di politiche commerciali che mirino all’effettivo sviluppo globale complessivo e di un salario minimo europeo.

Riempie il cuore di speranza la manifestazione prevista domani a Cassino, “Una Marcia per l’Europa”, nella quale i grandi protagonisti saranno i ragazzi ‘IIS “Medaglia d’Oro” di Cassino” e alla quale saranno presenti associazioni e istituzioni. Impegni di lavoro, purtroppo, non mi permetteranno di essere presente ma quest’evento dimostra, ancora una volta di più, quanto gli studenti in questi mesi abbiano assunto il ruolo di assoluti protagonisti nella costruzione di un pensiero lungo, come da anni non avveniva in questo Paese.

Non potrà mai esserci alcun vero e profondo cambiamento nella società se questo non sarà autenticamente popolare e non passerà anche per questa nuova generazione.

Toccherà a tutti noi che viviamo seguendo questi ideali ( ci pensiamo mai a quanto è bella questa parola?) affrontare con coraggio e decisione le delicate e difficili sfide che il tempo presente ci sta mettendo davanti. Sono sicuro che anche questa volta la speranza sconfiggerà l’odio.

Umberto Zimarri, Candidato alle Elezioni Europee con “Europa Verde”.

The You Effect

Il clima è in pericolo. Persino la democrazia è sotto attacco. E dobbiamo ancora batterci con forza per la giustizia e l’uguaglianza.

La maggior parte dei tuoi amici e parenti vota. Ma tu – come molti – hai amici e parenti che hanno bisogno di un incoraggiamento extra per recarsi alle urne.

Seguendo questi cinque passaggi, le ricerche dimostrano che puoi convincerli a votare. E insieme possiamo fare in modo che la UE non venga controllata dai politici dello status quo né da demagoghi e nazionalisti.

I Verdi Europei hanno realizzato questo splendido sondaggio/gioco interattivo per coinvolgere e convincere i tuoi amici a votare: The You Effect: https://theyoueffect.eu/it

Come diceva una splendida canzone “People have the power” ma soprattutto ogni rivoluzione non può che partire proprio da te.


Umberto Zimarri, presentazione della sede di Frosinone

Grande seguito di pubblico per il candidato alle Europee Umberto Zimarri, presentato da Gianmarco Capogna a nome del Comitato di Possibile di Frosinone.

Zimarri da subito ha esplicato i suoi cinque punti del programma: L’Europa e i piccoli centri, il ciclo dei rifiuti e la lotta alle ecomafie, acqua bene pubblico, messa in sicurezza del territorio ed infine i cambiamenti climatici ed agricoltura.

“E’ inimmaginabile pensare, – ci dice Zimarri – di affrontare le grosse sfide climatiche che la nostra epoca, il nostro tempo deve affrontare. Secondo gli studi abbiamo dodici anni per salvare il pianeta, significa che dobbiamo per forza di cose ridurre la quantità di CO2 presente nell’ aria, che porta inesorabilmente ad un riscaldamento globale e dobbiamo cambiare completamente il nostro sistema produttivo, industriale e di abitudini personali, questo con una rivoluzione, una rivoluzione verde. Il movimento di Greta Thunberg ce lo ricorda, ce lo chiedono i giovani.”

Tra i molti interventi da annoverare le parole di elogio del Consigliere Comunale di Frosinone, Stefano Pizzutelli.

In merito al punto dell’acqua un breve estratto:


Di seguito alcune immagini dell’inaugurazione della sede.