Tag: partito democratico

  • Il nostro 2024: un anno di coraggio e speranza

    Il nostro 2024: un anno di coraggio e speranza

    La politica è l’arte del possibile, ma anche la scienza del cuore.”

    Pietro Ingrao

    Che anno è stato? Un anno di coraggio e speranza, segnato da difficoltà e tensioni a livello geopolitico. Un anno che avrebbe potuto ridimensionarci ma che, al contrario, ha rilanciato con forza la nostra azione politica. Un anno in cui il Partito Democratico ha lavorato instancabilmente per costruire un futuro più giusto, solidale e sostenibile per il nostro Paese. Lo abbiamo fatto, come detto, affrontando sfide enormi, sia a livello nazionale che locale, sempre fedeli ai valori della nostra comunità e al mandato di offrire un’alternativa credibile, ideale e costruttiva alla destra che oggi governa l’Italia e molte delle nostre regioni.

    Sotto la guida della nostra segretaria nazionale, Elly Schlein, abbiamo scelto di non limitarci alla protesta, ma di essere una forza propositiva, capace di indicare un’altra strada. Una strada che rimetta al centro la giustizia sociale, i diritti civili, la transizione ecologica e la lotta alle disuguaglianze. In questo 2024, il Partito Democratico ha promosso campagne nazionali fondamentali, che ci hanno visto mobilitati nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. Abbiamo combattuto per l’introduzione di un salario minimo legale, per difendere il reddito di inclusione e per garantire investimenti pubblici in settori strategici come la sanità, l’istruzione e le infrastrutture verdi. Non ci siamo fermati di fronte ai tentativi della destra di tagliare il welfare e di accentuare le disuguaglianze: abbiamo alzato la voce, ma soprattutto abbiamo presentato soluzioni concrete e attuabili.

    Non meno importante è stato il nostro impegno sul piano dei diritti. Mentre il governo Meloni continua a restringere gli spazi di libertà e a dividere il Paese con una politica identitaria e regressiva, noi abbiamo difeso la dignità di ogni persona, il diritto alla scelta e alla libertà. Abbiamo portato avanti proposte di legge per il matrimonio egualitario, per il contrasto alla violenza di genere e per una nuova legge sulla sicurezza sul lavoro. Questo è il cuore della nostra visione: un’Italia che non lascia indietro nessuno.

    Il 2024 è stato anche un anno di risultati importanti. Alle elezioni europee, il Partito Democratico ha raccolto il 24,1 %, migliorando di 5 punti percentuali il risultato del 2022, ottenendo 21 eurodeputati e diventando così la delegazione più numerosa all’interno del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) al Parlamento Europeo.

    Nei capoluoghi di provincia, siamo riusciti a vincere in molte realtà strategiche, tra le quali Firenze, Cagliari, Bari, Perugia, Potenza, Cremona, grazie a coalizioni ampie e al nostro lavoro sul territorio. Inoltre, le elezioni regionali, con le vittorie in Sardegna, Emilia Romagna ed Umbria, hanno segnato un altro punto di svolta, con la conquista di regioni chiave che ci permettono di incidere in modo concreto sulla vita quotidiana dei cittadini.

    I sondaggi hanno confermato che il Partito Democratico è stato il partito che è cresciuto di più in termini di consenso. Questo è il risultato di una leadership forte e inclusiva, incarnata da Elly Schlein, che ha saputo dare voce a una nuova generazione di elettori e restituire fiducia a chi si era allontanato dalla politica. La sua capacità di unire, ispirare e proporre un futuro diverso ha fatto la differenza, trasformando il nostro partito in un motore di speranza e cambiamento.

    Non possiamo, però, ignorare il contesto globale. Il 2024 è stato segnato da crisi geopolitiche profonde, che ci interrogano come cittadini e come forza politica. La situazione in Ucraina, a Gaza e in Medio Oriente ci richiama al dovere di essere protagonisti di una diplomazia per la pace, una diplomazia che metta al centro il dialogo, il rispetto dei diritti umani e il diritto dei popoli a vivere in sicurezza e dignità. Abbiamo chiesto a gran voce che l’Italia e l’Europa svolgano un ruolo più deciso per fermare le violenze e favorire una soluzione politica duratura, basata su due stati che convivano in pace e sicurezza. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che le crisi geopolitiche, dall’Ucraina al Sahel, richiedono un’Europa più forte, unita e solidale, capace di essere un attore globale per la stabilità e la cooperazione internazionale.

    Nel Lazio, la sfida è stata altrettanto intensa. Con la giunta regionale guidata da Rocca, abbiamo assistito a politiche di retroguardia, incapaci di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Il Partito Democratico ha lavorato instancabilmente per offrire un’opposizione seria e credibile, ma anche per costruire un progetto alternativo per il futuro di questa regione. Abbiamo portato avanti battaglie fondamentali sul tema della sanità pubblica, denunciando i tagli e i disservizi, e sul fronte della mobilità sostenibile, proponendo soluzioni per una rete di trasporti regionale più moderna ed efficiente.

    Un momento cruciale per il nostro impegno locale sarà il Congresso provinciale di Frosinone, un appuntamento che rappresenta molto più di una semplice scadenza organizzativa. Sarà l’occasione per ripensare insieme le priorità del territorio, per ascoltare i bisogni della nostra comunità e per costruire un Partito Democratico più radicato, più aperto e più capace di rappresentare le istanze di chi vive in queste aree. A Frosinone, come in ogni altra provincia d’Italia, vogliamo essere il punto di riferimento per chi crede in un futuro migliore.

    La strada è lunga, ma noi siamo determinati. Il Partito Democratico deve essere la casa di chi crede che la politica possa ancora cambiare le cose, di chi non si rassegna all’odio, alla divisione e all’immobilismo. Insieme, si insieme, si può costruire un’Italia più giusta, più verde e più solidale. E lo faremo, passo dopo passo, con il coraggio delle idee e con la forza della nostra comunità.

    Avanti, insieme.

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  • Elezioni Regionali Liguria: 5 brevi considerazioni

    Elezioni Regionali Liguria: 5 brevi considerazioni

    Verrebbe da citare Pierluigi Bersani, in una delle sue frasi più celebri e amare: “siamo arrivati primi ma non abbiam vinto“. Il testa a testa, con volata finale, se lo aggiudica il centrodestra di Bucci, di “cortomuso”. Lo scarto tra le due coalizioni è stato di circa 8000 voti, spicciolo più, spicciolo meno.

    Cosa ci dicono queste Elezioni regionali liguri? Proviamo a tracciare un quadro sui cui riflettere.

    1. IL PUNTO DI PARTENZA. La partita come evidenziato in premessa è stata combattuta. Alcuni analisiti hanno parlato di un “goal a porta vuota sbagliato”. Non ritengo sia così, perchè bisogna ricordare qual’era la fotografia 4 anni fa.
    ELEZIONI REGIONALI LIGURIA – 2020 – CDX
    ELEZIONI REGIONALI LIGURIA 2020 – CSX

    Le due coalizioni nel 2020 erano distanziate di 17 punti percentuali e 117 mila voti. In mezzo, c’è stato tutto quello che già conosciamo: il malgoverno, le inchieste giudiziarie e giornalistiche, un nuovo corso per il Pd, ed eccoci che si arriva ad un sostanziale risultato di equilibrio. Nonostante un crollo drammatico dell’affluenza, il Partito Democratico aumenta i voti assoluti: si passa da 124 mila a 160 mila. Parimenti e qui arrivano le note dolenti, per il fu campo largo, il M5S passa da 48.722 a 25.670. In voti assoluti, rispetto alla precedente competizione elettorale, dimezza i voti la Lega e ne beneficiano Fdi e Forza Italia.

    2. IMPERIA

    Come è riuscito a resistere all’avanzata di Orlando, l’ex Sindaco di Genova, Bucci? Grazie ad un risultato fuori scala nella provincia di Imperia. Difficilmente spiegabile con la statistica. Imperia fa rima con Scajola. Sì, proprio quello Scajola. Quello della casa al Colosseo, del Popolo della Libertà ecc ecc. La politica italiana resta sempre e comunque, l’eterno ritorno dell’uguale. Insomma, come tutti sanno la provincia di Imperia, è il suo regno incostrato. Qui il centrodestra raggiunge il 60% dei consensi contro il 35 del centrosinistra. In voti assoluti, 16 mila voti di vantaggio. Nelle altre tre province, due se le aggiudica Orlando ( Genova e La Spezia), una Bucci ( Savona) ma la partita è più combattuta, con distacchi intorno ai 3%.

    3. ALLEANZE

    Quando il risultato è così esiguo, giustamente si guarda ad ogni piccolo dettaglio? Sarebbe bastato Morra? Sarebbero bastati i comunisti di Ferrando? Sarebbe bastato Renzi? Insomma, già dalla diversità dei nomi tirati in ballo nella riga precedente è chiaro che si parla di tutto e del contrario di tutto, come in una maionese impazzita. Il punto di partenza dovrebbe essere un altro: tracciare una linea, capire FINALMENTE quale deve essere l’assetto della coalizione e renderlo definitivo. In Parlamento e sui territori. Ogni elezione non può iniziare di rincorsa dopo mesi interi a discutere di veti e non di voti. Il Partito Democratico ha l’onere e l’onere di guidare il processo. Gli altri devono decidere cosa fare da grandi.

    4. IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

    Cosa devono fare da grandi dicevamo… eccoci dunque arrivati ai pentastellati. Riepilogo brevemente gli ultimi risultati alle regionali del Movimento (di Giuseppe Conte vs Beppe Grillo).

    Lombardia 2023: 3,93%. Friuli Venezia Giulia 2023: 2,40%. Trentino Alto Adige: 1,95%. Sardegna: 7.8 % ( con candidata Presidente e vittoriosa) Piemonte: 6,04%. Liguria: 4,56%

    Dati da far rabbrividere. La cosa difficilmente spiegabile è che sembra non fregare nulla all’avvocato del popolo Conte. La strategia di alzare il livello della discussione con il fondatore Grillo, genovese doc, durante la campagna elettorale delle regionali è una delle più grandi opere di autosabotaggio che la politica ricordi. Si dirà, giustamente, ma i problemi devono risolvere al loro interno. Sì, è corretto. Ma porre dei veti su base regionali, senza avere voti, minacciando ogni volta l’accordo nazionale è una strategia ridicola, ottusa e senza alcun futuro. Un sinonimo di assenza di lungimiranza politica.

    5. IL PERCORSO: L’IMPORTANZA DELLA PERSEVERANZA

    C’è poco da dire, per il Partito Democratico, un risultato che si avvicina al 30% era una cosa difficilmente immaginabile fino a poco tempo fa. Bisogna continuare a seminare e a lavorare con perseveranza per portare sui territori gli indirizzi nazionali. Non si tratta di nuovismo e/o rottamazione. Si tratta di far parlare al Partito la stessa lingua della contemporaneità e di affrontare, a testa alta, l’enorme complessità delle sfide del presente. Ritrovare credibilità ripetendo ma soprattutto praticando una politica capace di rappresentare le collettività, dando risposte chiare e decise sui bisogni primari delle persone.

  • Discarica di Roccasecca: il Pd provinciale dice no!

    Discarica di Roccasecca: il Pd provinciale dice no!

    In queste settimane è tornata prepotentemente alla ribalta un’ipotetica riapertura della Discarica di Roccasecca. Lo Stesso Presidente della Regione, Francesco Rocca, non ha smentito la vicenda, anzi ha ammesso che è una possibilità molto concreta.

    Come responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e agenda 2030 Federazione di Frosinone, esprimo come ho sempre fatto nel corso di questi anni la mia più assoluta contrarietà al progetto.

    Quando si parla di apertura del V Bacino a Roccasecca parliamo di un progetto nato addirittura nel 2015, un’era geologica fa, e anacronistico già a quei tempi. In passato, l’iter autorizzativo oltre al deciso no del Comune di Roccasecca, dei comuni limitrofi e delle associazioni ambientaliste, ha visto il parere contrario del Ministero dei Beni Culturali e al Tar della stessa Provincia di Frosinone.  L’ampliamento interessa un’area pari circa a 3 campi da calcio e di una capacità complessiva pari a 404.550 t di rifiuto. Per dare un termine di paragone, la Regione Lazio nel precedente piano regionale aveva stimato come conferimento in discarica per la Provincia di Frosinone, nel periodo 2021-2025, in 200.000 tonnellate.

    Discarica Provinciale: la Posizione della Federazione di Frosinone

    La posizione della Federazione di Frosinone è chiara ed in linea con la direzione presa senza indugio dal Partito a livello nazionale. Quello che, invece, non riusciamo a comprendere è come la Regione, governata da Rocca, intende gestire il ciclo dei rifiuti nel Lazio e in questa Provincia. Mi sembra, inoltre, del tutto evidente che prima di aprire l’argomento discariche nel nostro comprensorio, bisognerebbe quanto meno conoscere l’idea del Governatore e della sua giunta riguardo l’individuazione e il dimensionamento impiantistico degli ATO.

    Approcciare al ciclo dei rifiuti, partendo unicamente dall’argomento discariche significa l’inversione naturale del processo. Si parte dalla fine e non dall’inizio. Personalmente, resto convinto di un ciclo dei rifiuti al servizio del territorio: definito su base provinciale, basato su impianti piccoli, in grado di favorire il riciclo e il riutilizzo, naturale evoluzione della crescita percentuale della raccolta differenziata.

    Mi auguro, inoltre, che il lavoro iniziato dalla Provincia di Frosinone per l’individuazione delle aree idonee per la costruzione della nuova discarica provinciale, possa trovare il suo epilogo, in maniera rapida ed efficace.

    Ascoltare i circoli, per una politica ambientale nuova

    La nostra intenzione è quella di riunire al più presto i circoli del Pd, limitrofi l’impianto e renderli protagonisti dell’elaborazione politica su questi argomenti. Noi, senza rincorrere populismi, vogliamo portare la transizione ecologica sul territorio, lavoriamo per una gestione moderna, efficace ed efficiente del ciclo dei rifiuti e pretendiamo da chi ha la responsabilità del Governo il massimo impegno a ricercare soluzioni alternative e veramente sostenibili, tenendo in considerazione i territori che nel corso di questi anni, con immensa responsabilità, hanno già dato.

    Umberto Zimarri- Responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e agenda 2030 Federazione di Frosinone

    Rassegna Stampa

    Rifiuti, discarica di Roccasecca: il Pd contro la possibile riapertura. Dura presa di posizione


    https://www.radiocassinostereo.com/roccasecca-fr-zimarri-pd-si-lavori-alla-transizione-ecologica-altro-che-riaprire-la-discarica/


    https://www.frosinonetoday.it/politica/rifiuti-pd-no-riapertura-discarica-roccasecca.html
    https://www.tunews24.it/2024/03/17/rifiuti-dal-pd-provinciale-un-secco-no-alla-riapertura-della-discarica-di-roccasecca/


    https://www.unoetre.it/2024/03/16/la-discarica-di-roccasecca-verra-riaperta/

  • Le bugie del governo: un Bluff che sta riuscendo male

    Le bugie del governo: un Bluff che sta riuscendo male

    La verità è che le bugie del governo non riescono a coprire un bluff che sta riuscendo particolarmente male. Mancava il grande classico. La riforma istituzionale. L’unica grande certezza quando le promesse elettorali si scontrano con la dura realtà dei fatti. L’operazione nel corso di questi anni è stata ribattezzata in diversi modi. La Premier, nel suo stile, l’ha sparata grossa: la madre di tutte le riforme. Non sappiamo se la riforma prenderà anche gli appellativi di donna e cristiana. Come ha prontamente sottolineato il Professor Andrea Pertici, “è una riforma che unisce i flop di Berlusconi e Renzi. Non si capisce bene cosa sia. Perché se fosse presidenzialismo si potrebbero muovere delle critiche almeno capendo di cosa si parla. Qui si va verso l’elezione diretta del Premier. Non so come lo chiameranno ma è certamente un modello inesistente sia nella teoria, sia nella pratica.”

    Così, mentre i rappresentanti del Governo hanno blaterato, un giorno sì e un giorno pure, sulle questioni della natalità in maniera medievale più che ottocentesca, aumentavano l’iva per latte, pannolini e altri beni di prima necessità. Parti da incendiario dicendo di voler fare la guerra alle banche e ai poteri forti (cit) finisci per farla al latte in polvere.

    Il famigerato taglio del cuneo fiscale, inoltre, non è una misura strutturale (come doveroso) ma risulta fragile e temporanea. Un anno e pensate un po’ la misura si alimenta con le accise sui tabacchi.

    La beffa è doppiamente amara e dietro l’angolo per i residenti nel Lazio. La Giunta di centro-destra destra (la ripetizione non è un errore) ha appena approvato una manovra regionale dall’effetto esattamente che colpisce il ceto medio. Lo scorso anno, l’amministrazione Zingaretti aveva approvato uno sconto sull’addizionale Irpef dal 3,33% all’1,73% per i redditi tra 15mila e 35mila euro. Rocca non è stato capace di trovare i 300 milioni necessari per rifinanziare la misura. Il risultato è particolarmente beffardo per chi dichiara più di 32mila euro, in quanto vedrà il proprio stipendio diminuire anziché aumentare.

    Le chiamavano misure contro l’inflazione.

    A proposito di promesse mancate, è sintomatico quanto accaduto sulle pensioni. Strali social e invettive contro la Fornero per un decennio per poi tagliare le pensioni ai dipendenti pubblici, ristringendo i requisiti per uscire dal mondo del lavoro, in particolar modo per le donne.

    Chiude il quadro terrificante il taglio alla sanità pubblica. Le stesse regioni governate dal centro-destra chiedono almeno il 7.5% del Pil.  L’emergenza Covid) non ci ha insegnato nulla: si osteggia la sanità di prossimità. Si colpisce in maniera scientifica il pubblico per avvantaggiare il privato. Escludendo dalle cure milioni di persone, meno abbienti, alle prese con tempi e liste di attesa kilometriche.

    Questi sono i veri motivi del rilancio del tema istituzionale: metterla in “caciara” nascondendo la polvere delle mancanze sotto il tappetto magari continuando addossando le responsabilità agli ultimi, magari continuando a realizzare accordi disumani nel globo terracqueo.

  • Leodori a Sinistra – Provincia di Frosinone

    Leodori a Sinistra – Provincia di Frosinone

    Un progetto collettivo e plurale, dove il noi viene sempre prima dell’io, dove non c’è un capolista ma 16 candidati con uguali possibilità che rappresentano sensibilità e territori diversi. Questo è lo spirito che anima la lista “Leodori a Sinistra” nella Provincia di Frosinone

    Dopo la significativa esperienza del Comitato S.T.A.R.T (Sinistra, Territorio, Ambiente, Radicalità, Trasformazione), cuore pulsante della campagna per la segreteria nazionale, continuiamo il nostro percorso di costruzione politica, mantenendo fede agli impegni presi, proseguendo con coerenza sulla strada indicata dalla nuova segretaria, Elly Schlein.

    Considerare questo congresso un punto di arrivo per l’ennesima conta interna al partito, a livello locale e regionale, non ci interessa. Ci siamo impegnati per dare voce agli iscritti, nuovi e storici, che ci guardano di nuovo con speranza e fiducia, per organizzare un partito aperto ed inclusivo capace di dialogare con cittadini, amministratori, sindacati ed imprese, per riavvicinare i tanti e le tante che sono rimasti profondamente delusi dalle politiche e dai metodi che hanno caratterizzato il recente passato, per ribadire con fermezza la necessità di una svolta programmatica che abbia come priorità Lavoro, Ambiente e Territorio, proprio quelle parole evidenziate nel simbolo della lista.

    Riteniamo, inoltre, fondamentale per l’essenza e la natura stessa del Partito, che contiene anime, idee, personalità diverse tra loro, la presenza di una voce alternativa utile ad alimentare una sana e costruttiva dialettica in grado di ripopolare e rianimare i luoghi di discussione e di elaborazione politica. Così facendo potrà rinascere un’identità chiara, netta e senza ambiguità nella quale riconoscersi con orgoglio e appartenenza.

    Per sconfiggere le destre, nella Regione Lazio e nel Paese, necessitiamo di uno sforzo di umiltà e coraggio. Umiltà per analizzare come e dove abbiamo sbagliato, coraggio per ribaltare completamente vecchi schemi di potere che hanno impantanato il Partito Democratico.

    Permetteteci, infine, di ringraziare le candidate e i candidati che hanno accettato con entusiasmo e voglia di fare questa sfida.

    Vi aspettiamo ai gazebo e nei circoli, domenica 18 giugno dalle ore 8:00 alle 20:00 per ribadire la necessità di un cambiamento anche in Provincia di Frosinone

    Danilo Grossi – Direzione Nazionale del Pd

    Emanuela Piroli – Assemblea Nazionale del PD

    Umberto Zimarri – Assemblea Nazionale del Pd

    Nazzareno Pilozzi – Assemblea Nazionale del Pd

  • Per Elly Schlein: una nuova storia per cambiare il Paese

    Per Elly Schlein: una nuova storia per cambiare il Paese

    BREVE PREMESSA PERSONALE

    Dopo pochi mesi dalla bella, importante e prestigiosa candidatura delle elezioni europee, decisi di non rinnovare la tessera del mio partito. Sembra ieri, ma sono passati quasi quattro anni. In questi mi sono messo di lato dalla politica partitica: deluso da quello che dovrebbe essere il “mio campo”, annoiato da un’inconcludenza esistenziale e arrabbiato verso logiche tafazziane, irrazionali e personalistiche. Non sono stato il solo, visto il messaggio sempre più chiaro delle elettrici e degli elettori.

    Nella mia breve esperienza, ho sempre visto la politica non come un lavoro ma come passione e servizio. Certo, costa fatica ma è l’unico modo che ho d’intenderla. In questi anni, seduto in riva al fosso, non sono stato con le mani in mano, con alcuni amici ed amiche, ho cercato di imparare e di formarmi, di riflettere sempre su quello che avveniva in Italia e nel mondo, di approfondire su tante tematiche specialmente ambientali. Insomma, si possono fare tante cose interessanti al di fuori della politica amministrativa, al di fuori di quella partitica magari con le associazioni, collaborando con le realtà sociali e sportive o semplicemente discutendo con gli amici davanti ad una birra. Si può migliorare il proprio pezzo di mondo, in tanti modi, ricordando sempre la lezione di ZeroCalcare, siamo soltanto fili d’erba in un prato, non il centro del mondo.

    Allo stesso tempo e con la stessa convinzione, per chi vive la politica con quella passione di cui sopra, non ci si può tirare indietro quando qualcuno che ha capacità, coraggio, visione e di cui si fida, getta il cuore oltre l’ostacolo creando una mobilitazione collettiva per provare, a cambiare le cose per davvero. Utopistica o concreta, in quel caso con la stessa serena determinazione bisogna dare una mano. Io, proprio, non me la sentivo di non contribuire alla sfida congressuale lanciata da Elly Schlein. Una sfida plurale che può ridare, voce, fiato e speranza alla sinistra nel nostro Paese. In questi casi, almeno per me e specialmente in questo periodo, non si prescinde dalla parola ricominciare.

    Dai problemi alle soluzioni

    Non ho mai lesinato critiche alla gestione del Partito Democratico: nazionale, soprattutto nella gestione renziana, locale soprattutto per i problemi di natura ambientale. Allo stesso tempo, ne ho sempre riconosciuto il ruolo baricentrico nel centrosinistra italiano. Il problema del Partito, però, non sono le mie di critiche, sono le considerazioni di milioni di italiane/i che li hanno voltato le spalle. L’ultima volta che il PD ha vinto le elezioni, io non votavo e di anni ne ho 33. In questi anni, però, è stato identificato come il partito del potere. Una stagione di larghe ed infinite intese che ne hanno snaturato l’anima perché come stiamo vedendo in questi giorni la destra quando va al potere fa la destra, la sinistra quando governa, troppo spesso, balbetta timida e titubante. Chi vuole rappresentare oggi il Pd e di quali istanze vuole farsi carico? Come vuole farlo? Sono le due domande cruciali. La risposta che la “mozione Schlein” dà è chiara, trasparente e netta. Mette un punto alla stagione del “ma anche” per aprire un nuovo percorso collettivo che parte da noi.

    La visione del futuro si fonda su tre sfide cruciali e intrecciate che le destre non nominano mai: disuguaglianze, clima e precarietà. Da questi tre enormi temi, collegati tra loro, deve ripartire un nuovo manifesto politico, ideale, culturale e popolare.

    La concentrazione della ricchezza in pochissime mani, il caro vita che sta erodendo il potere d’acquisto del ceto medio e affamando, nel vero senso del termine, le persone più in difficoltà, la povertà energetica, un salario minimo che possa permettere a tutte/i una retribuzione dignitosa, lo stop agli stage gratuiti, la cura del territorio, una seria lotta all’evasione fiscale, la cura del territorio, il welfare come investimento e non come spesa, l’attenzione ai divari territoriali interni al nostro Paese sud/nord, aree urbane/aree interne, una sanità pubblica efficiente e potenziata, un’istruzione pubblica basata sull’uguaglianza e non sul merito, il pieno riconoscimento dei diritti al di là del proprio orientamento sessuale, l’accoglienza come diritto, sono solo alcuni dei temi a cui la destra o dà risposte sbagliate o come dice il suo slogan preferito, “se ne frega”.

    Parte da Noi – un percorso collettivo

    Se non sarà un noi collettivo ad alimentare nel dibattito pubblico queste priorità, resteranno negli occhi e nella mente delle persone, gli slogan vuoti creati per finte emergenze che con disumanità, però, colpiscono duramente i più deboli.

    Se non ci sarà un nuovo modo di intendere gli iscritti e i votanti della comunità democratica, chiamati solamente per montare/smontare i gazebo o per alimentare le campagne elettorali ma quasi mai per discutere ed elaborare una discussione politica, sfruttando anche le possibilità della rete, difficilmente ci sarà un futuro.

    Se non si interverrà per azzerare il potere dei capibastone, ad ogni latitudine, nessun giovane si avvicinerà ad una sezione, perché la prima domanda che gli sarà posta non sarà cosa pensi, ma chi ti manda.

    Nelle pagine della mozione che allego alla fine di questo articolo, ho trovato risposte concrete a queste priorità. Tutto questo non mi sorprende, però, perché conosco Elly da quasi un decennio ed ho avuto modo di apprezzare sia la sua capacità politica, sia le sue doti umane.

    Come ho già avuto modo di scrivere :Elly Schlein ha le energie e le capacità per essere quella risorsa che può ricreare un senso di comunità in tutta la sinistra, per fare sentire tutti a casa. E farlo dal partito da cui ci si aspetta un ruolo guida che con lei può essere finalmente fraterno e non più paterno, se non addirittura padronale. È il momento di uscire da una linea difensiva, in cui ci si preoccupa di arginare lo slittamento al centro del partito, e di essere radicali nelle proposte. Una politica che deve essere umana e concreta, capace di tenere insieme le istanze popolari e una sfida di visione verso le complessità del futuro.  Non c’è più nulla da difendere ma tutto da (ri)conquistare con la tenacia della ragione e la forza delle idee, della trasparenza e della coerenza. Un progetto che può tornare ad entusiasmare tanti, anche chi come noi in questi anni era un po’ di lato perché senza una casa che avesse visioni, progetti e prassi che condividevamo.

    Il 26 febbraio si vota per sostenere un pensiero che non dimenticando la sua storia e le sue radici, sa essere rivolto alle sfide del presente e soprattutto del futuro.

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