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  • Rapporto Caritas: i volti dietro i numeri.

    Rapporto Caritas: i volti dietro i numeri.

    La povertà cambia volto diventa stabile, nascosta e quotidiana: il nuovo Rapporto Caritas ci restituisce un’immagine inquietante: la povertà oggi è più stabile, più silenziosa, più profonda.

    Partiamo dai dati nudi e crudi:

    • Oltre una persona su quattro è in stato di bisogno da almeno cinque anni.
    • Cresce il numero degli anziani poveri: nel 2015 erano il 7,7%, oggi sono il 14,3%.
    • Quasi un assistito su quattro ha un lavoro: ma non basta per vivere.
    • Il calo dei salari reali ha raggiunto il -8,7% dal 2008 ad oggi, il dato peggiore tra i Paesi del G20.

    Il dato più emblematico riguarda proprio il lavoro: oggi avere un lavoro non basta più per vivere con dignità. È il fallimento di un modello economico che sacrifica diritti e salari sull’altare della competitività.

    Il Rapporto Caritas 2025 e le sfide per la politica

    “Il mattino viene, ma è ancora notte”. Con queste parole profetiche il report Caritas 2025 ci introduce in un’Italia che spesso non fa notizia. Un’Italia che soffre in silenzio, ai margini delle statistiche ufficiali. Ma che chiede ascolto. E dignità.

    Nel 2024, più di 277.000 persone e famiglie si sono rivolte ai centri Caritas sparsi sul territorio nazionale. Dietro a questo numero, ci sono madri sole che non riescono a pagare l’affitto, pensionati che scelgono tra la spesa e le medicine, giovani che lavorano ma restano poveri. Non sono “emarginati”. Sono il popolo. Sono le persone che incrociamo quotidianamente nella nostra vita e troppo spesso sono soli.

    Le due grandi emergenze: casa e salute

    Come un doppio assedio, la crisi abitativa e la fragilità sanitaria colpiscono chi è già vulnerabile.

    • In molte città, trovare una casa a prezzi accessibili è quasi impossibile.
    • Il sistema sanitario pubblico fatica a curare le malattie dei poveri: troppe liste d’attesa, troppe spese da anticipare, troppa burocrazia.

    Se sei povero, ti ammali di più, vivi in ambienti peggiori, mangi peggio. E vieni curato peggio.

    È una spirale di esclusione che non è degna di un Paese civile.

    Inoltre, oltre la metà degli assistiti ha figli minori. Bambini che crescono senza possibilità, senza accesso a sport, cultura, mobilità, fiducia. L’Italia è il Paese in Europa dove è più probabile ereditare la povertà dei genitori.

    Nel frattempo, si moltiplicano i nuclei familiari spezzati, le persone sole, le donne separate che vivono in precarietà. O le madri migranti che reggono tutto il peso della sopravvivenza.

    Non si tratta solo di economia. Si tratta di vita quotidiana: la povertà rompe i legami, isola, toglie voce, logora il tempo e l’identità.

    Rapporto Caritas: la giustizia sociale come bussola

    L’assistenza da sola non basta, serve la politica, servono le politiche. C’è necessità di scelte forti e strutturali, lungimiranti, umane.

    • Istituire un salario minimo legale: perché lavorare deve significare vivere, non sopravvivere.
    • Riformare l’Assegno di inclusione, rimuovendo logiche punitive, semplificando l’accesso e ampliando la platea.
    • Potenziare la sanità pubblica: abolire ticket, rafforzare la medicina territoriale, garantire cure gratuite per tutti.
    • Avviare un piano casa nazionale: edilizia popolare, affitti calmierati, recupero di immobili abbandonati.
    • Investire sull’infanzia e sulla scuola pubblica, per rompere la catena intergenerazionale della povertà.
    • Avviare politiche migratorie inclusive, basate su accoglienza, diritti e percorsi di cittadinanza.

    “Chi nasce povero non deve restare povero. La politica serve a cambiare i destini, non a confermarli.”

    Scarica qui il Report Caritas 2025