EcoSportivamente — In dialogo con Marianna Pavan

Sport e Ambiente: l'intervista a Marianna Pavan

C’è uno sport che corre veloce sui campi, che emoziona con i gol, che accende le piazze. Ma ce n’è un altro – forse meno visibile, ma altrettanto potente – che attraversa scuole, comunità, territori, trasformandosi in un linguaggio universale capace di educare, includere, immaginare. Ed è proprio questo sport che raccontiamo nella nuova puntata di EcoSportivamente, insieme a Marianna Pavan, ricercatrice, formatrice e docente alla Manchester Metropolitan University.

Con un percorso accademico che unisce Padova, Londra ed Edimburgo, e un’esperienza sul campo maturata tra enti internazionali e progetti locali, ha scelto di lavorare proprio lì dove sport e società si incontrano. Il suo impegno è orientato a rendere lo sport uno strumento di cittadinanza, giustizia e sostenibilità, capace di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo.

Marianna Pavan: lo sport che include, educa e cambia i territori

In questa puntata, la Professoressa Marianna Pavan ci racconta come sia possibile trasformare il modo in cui pensiamo lo sport, partendo dalle comunità e dai territori. Lo sport, come emerge dai suoi progetti, è capace di promuovere diritti umani e uguaglianza, sostenere iniziative ambientali e sociali, creare connessioni tra culture e generazioni diverse.

Insomma molto più di una disciplina: è uno strumento politico e culturale, un’occasione per costruire legami, un luogo in cui la cittadinanza può prendere corpo e un linguaggio che può aiutare a immaginare mondi più giusti, più verdi, più inclusivi.

Marianna ci accompagna in un viaggio che parte dalla sua esperienza sul campo con organizzazioni internazionali, federazioni sportive e realtà educative, fino ad arrivare al cuore del suo pensiero: lo sport come spazio trasformativo. Non è solo il luogo in cui si imparano regole, ma un laboratorio di convivenza. Lo sport è veicolo di apprendimento, cittadinanza e sostenibilità.

L’approccio dell’Education Through Sport rompe gli schemi tradizionali e mette al centro il corpo, il gioco, il gruppo. L’educazione diventa esperienziale, accessibile, viva.

Ma lo sport, ci ricorda, non può essere separato dai territori in cui si radica. Le storie locali, i percorsi “dal basso”, le realtà di quartiere sono il terreno più fertile per costruire un cambiamento duraturo. Non bastano grandi eventi o parole altisonanti: servono luoghi vivi, accessibili, partecipati. Luoghi in cui ogni persona – indipendentemente dalla propria condizione – possa sentirsi parte di un gioco comune.

E allora, che forma avrebbe una città ideale pensata a partire dallo sport? Sicuramente sarebbe un posto dove l’accessibilità è reale, concreta, garantita. Perché lo sport può e deve essere per tutti.

🎙 Ascolta l’intervista completa sul podcast EcoSportivamente e scopri come lo sport possa essere davvero uno strumento di trasformazione sociale, ambientale ed educativa.

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