Quel che resta della Dichiarazione Schuman

Il 9 maggio del 1950, l’allora Ministro degli Esteri Francese, Robert Schuman pronunciava un discorso storico. Una delle pietre miliari del processo di costruzione dell’Europa Unita. A soli 5 anni dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, grazie ad una lungimiranza fuori dal comune, intuì la chiave di volta per avere stabilità nel vecchio continente: partire dal lavoro e dalla solidarietà tra popoli, unire il commercio con il desiderio di pacifica convivenza, “a quel punto una guerra tra Francia e Germania non solo sarà impensabile, ma sarà materialmente impossibile”. Era il primo passo verso la costruzione della C.E.C.A ( Comunità Economica Carbone ed Acciaio) nella quale i 6 Paesi Membri decisero di metter in comune le produzioni di carbone e acciaio.

Quell’intervento, passato alla storia, come Dichiarazione Schuman poggia su tre imprescindibili caposaldi:

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.”

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

“La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.”

Rileggendo attentamente queste profetiche parole non si può fare a meno di riflettere sul prezioso percorso compiuto in questi quasi 70 anni dai popoli Europei. Abbiamo avuto la fortuna ed il privilegio di vivere in un’epoca di pace come mai avvenuto prima in Europa: non possiamo tollerare chi mette in discussione l’Europa e l’Europeismo.  Come sappiamo benissimo, nessuna conquista è per sempre. Se non saremo sempre pronti a rinvigorire quel sentimento popolare con il giusto ardore, arriveranno forze reazionarie che saranno pronte a distruggerle per sempre. È l’internazionale dei nazionalisti: sono quelli che ci vogliono piccoli e divisi, quelli che vogliono riportare indietro le lancette del tempo, quelli che vogliono costruire muri al posto di ponti di civile convivenza e multiculturalità, quelli che fanno il gioco dei grandi potentati, delle industrie milionarie e reazionarie non certamente gli interessi del popolo, delle studentesse e degli studenti, delle persone che per campare dignitosamente ogni mattina si svegliano e vanno a lavorare.

Contemporaneamente le parole dello statista ci esortano a riflettere sulla situazione attuale della Governance Europea. Un processo di cambiamento non può più attendere.

Quel processo di costruzione non è ancora completo: non può bastare un’unione fiscale e monetaria se non si costruisce un Europa dei Popoli. Urge una sobria proposta per creare un potere democratico europeo, per dirla con le parole di Spinelli. Abbiamo bisogno di partiti veramente europei, di politici che non vedano Bruxelles per dopolavoro, di un giornalismo attento alle notizie europee, di professionisti che possano declinare sui territori le opportunità provenienti dalle Istituzioni Europee, di una riconversione green del sistema industriale, di un regime fiscale comune, di politiche commerciali che mirino all’effettivo sviluppo globale complessivo e di un salario minimo europeo.

Riempie il cuore di speranza la manifestazione prevista domani a Cassino, “Una Marcia per l’Europa”, nella quale i grandi protagonisti saranno i ragazzi ‘IIS “Medaglia d’Oro” di Cassino” e alla quale saranno presenti associazioni e istituzioni. Impegni di lavoro, purtroppo, non mi permetteranno di essere presente ma quest’evento dimostra, ancora una volta di più, quanto gli studenti in questi mesi abbiano assunto il ruolo di assoluti protagonisti nella costruzione di un pensiero lungo, come da anni non avveniva in questo Paese.

Non potrà mai esserci alcun vero e profondo cambiamento nella società se questo non sarà autenticamente popolare e non passerà anche per questa nuova generazione.

Toccherà a tutti noi che viviamo seguendo questi ideali ( ci pensiamo mai a quanto è bella questa parola?) affrontare con coraggio e decisione le delicate e difficili sfide che il tempo presente ci sta mettendo davanti. Sono sicuro che anche questa volta la speranza sconfiggerà l’odio.

Umberto Zimarri, Candidato alle Elezioni Europee con “Europa Verde”.

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