Il nostro 2024: un anno di coraggio e speranza

La politica è l’arte del possibile, ma anche la scienza del cuore.”

Pietro Ingrao

Che anno è stato? Un anno di coraggio e speranza, segnato da difficoltà e tensioni a livello geopolitico. Un anno che avrebbe potuto ridimensionarci ma che, al contrario, ha rilanciato con forza la nostra azione politica. Un anno in cui il Partito Democratico ha lavorato instancabilmente per costruire un futuro più giusto, solidale e sostenibile per il nostro Paese. Lo abbiamo fatto, come detto, affrontando sfide enormi, sia a livello nazionale che locale, sempre fedeli ai valori della nostra comunità e al mandato di offrire un’alternativa credibile, ideale e costruttiva alla destra che oggi governa l’Italia e molte delle nostre regioni.

Sotto la guida della nostra segretaria nazionale, Elly Schlein, abbiamo scelto di non limitarci alla protesta, ma di essere una forza propositiva, capace di indicare un’altra strada. Una strada che rimetta al centro la giustizia sociale, i diritti civili, la transizione ecologica e la lotta alle disuguaglianze. In questo 2024, il Partito Democratico ha promosso campagne nazionali fondamentali, che ci hanno visto mobilitati nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. Abbiamo combattuto per l’introduzione di un salario minimo legale, per difendere il reddito di inclusione e per garantire investimenti pubblici in settori strategici come la sanità, l’istruzione e le infrastrutture verdi. Non ci siamo fermati di fronte ai tentativi della destra di tagliare il welfare e di accentuare le disuguaglianze: abbiamo alzato la voce, ma soprattutto abbiamo presentato soluzioni concrete e attuabili.

Non meno importante è stato il nostro impegno sul piano dei diritti. Mentre il governo Meloni continua a restringere gli spazi di libertà e a dividere il Paese con una politica identitaria e regressiva, noi abbiamo difeso la dignità di ogni persona, il diritto alla scelta e alla libertà. Abbiamo portato avanti proposte di legge per il matrimonio egualitario, per il contrasto alla violenza di genere e per una nuova legge sulla sicurezza sul lavoro. Questo è il cuore della nostra visione: un’Italia che non lascia indietro nessuno.

Il 2024 è stato anche un anno di risultati importanti. Alle elezioni europee, il Partito Democratico ha raccolto il 24,1 %, migliorando di 5 punti percentuali il risultato del 2022, ottenendo 21 eurodeputati e diventando così la delegazione più numerosa all’interno del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) al Parlamento Europeo.

Nei capoluoghi di provincia, siamo riusciti a vincere in molte realtà strategiche, tra le quali Firenze, Cagliari, Bari, Perugia, Potenza, Cremona, grazie a coalizioni ampie e al nostro lavoro sul territorio. Inoltre, le elezioni regionali, con le vittorie in Sardegna, Emilia Romagna ed Umbria, hanno segnato un altro punto di svolta, con la conquista di regioni chiave che ci permettono di incidere in modo concreto sulla vita quotidiana dei cittadini.

I sondaggi hanno confermato che il Partito Democratico è stato il partito che è cresciuto di più in termini di consenso. Questo è il risultato di una leadership forte e inclusiva, incarnata da Elly Schlein, che ha saputo dare voce a una nuova generazione di elettori e restituire fiducia a chi si era allontanato dalla politica. La sua capacità di unire, ispirare e proporre un futuro diverso ha fatto la differenza, trasformando il nostro partito in un motore di speranza e cambiamento.

Non possiamo, però, ignorare il contesto globale. Il 2024 è stato segnato da crisi geopolitiche profonde, che ci interrogano come cittadini e come forza politica. La situazione in Ucraina, a Gaza e in Medio Oriente ci richiama al dovere di essere protagonisti di una diplomazia per la pace, una diplomazia che metta al centro il dialogo, il rispetto dei diritti umani e il diritto dei popoli a vivere in sicurezza e dignità. Abbiamo chiesto a gran voce che l’Italia e l’Europa svolgano un ruolo più deciso per fermare le violenze e favorire una soluzione politica duratura, basata su due stati che convivano in pace e sicurezza. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che le crisi geopolitiche, dall’Ucraina al Sahel, richiedono un’Europa più forte, unita e solidale, capace di essere un attore globale per la stabilità e la cooperazione internazionale.

Nel Lazio, la sfida è stata altrettanto intensa. Con la giunta regionale guidata da Rocca, abbiamo assistito a politiche di retroguardia, incapaci di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Il Partito Democratico ha lavorato instancabilmente per offrire un’opposizione seria e credibile, ma anche per costruire un progetto alternativo per il futuro di questa regione. Abbiamo portato avanti battaglie fondamentali sul tema della sanità pubblica, denunciando i tagli e i disservizi, e sul fronte della mobilità sostenibile, proponendo soluzioni per una rete di trasporti regionale più moderna ed efficiente.

Un momento cruciale per il nostro impegno locale sarà il Congresso provinciale di Frosinone, un appuntamento che rappresenta molto più di una semplice scadenza organizzativa. Sarà l’occasione per ripensare insieme le priorità del territorio, per ascoltare i bisogni della nostra comunità e per costruire un Partito Democratico più radicato, più aperto e più capace di rappresentare le istanze di chi vive in queste aree. A Frosinone, come in ogni altra provincia d’Italia, vogliamo essere il punto di riferimento per chi crede in un futuro migliore.

La strada è lunga, ma noi siamo determinati. Il Partito Democratico deve essere la casa di chi crede che la politica possa ancora cambiare le cose, di chi non si rassegna all’odio, alla divisione e all’immobilismo. Insieme, si insieme, si può costruire un’Italia più giusta, più verde e più solidale. E lo faremo, passo dopo passo, con il coraggio delle idee e con la forza della nostra comunità.

Avanti, insieme.

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EcoSportivamente 2024: continua il viaggio tra sport e sostenibilità

Sport e sostenibilità

EcoSportivamente continua il suo viaggio. Anche gli episodi del 2024 hanno offerto uno sguardo sulle connessioni tra sport, sostenibilità e società.

Ripercorriamo le tappe di questo percorso.

EcoSportivamente l’intervista a Francesca Clapcich: Believe, Belong, Achieve

Francesca Clapcich ci ha regalato un’emozionante testimonianza di come lo sport possa essere un mezzo per scoprire sé stessi e contribuire a cause più grandi. Francesca è una velista di fama mondiale, con due Olimpiadi alle spalle (Londra 2012 e Rio 2016) e un coinvolgimento nel progetto Turn the Tide on Plastic durante la Volvo Ocean Race 2017-2018.

Durante l’intervista, Clapcich ha parlato della potenza del mare e del suo messaggio ambientale. “Navigare non è solo una sfida personale, è un modo per vedere il mondo e capire quanto sia fragile.” Le sue parole hanno evidenziato la necessità di proteggere gli oceani dai danni causati dall’inquinamento plastico, una problematica che ha vissuto in prima persona durante le traversate oceaniche.

EcoSportivamente l’intervista a Chiara D’Angelo: Lo Sport e lo Sviluppo Psicosociale

Per la prima volta, EcoSportivamente ha ospitato una psicologa: la dottoressa Chiara D’Angelo. Perché il suo contributo è stato così significativo per il nostro podcast?

Chiara D’Angelo si occupa principalmente di sport come strumento di sviluppo sociale. Docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, è anche Coordinatrice del Master in “Sviluppo del Talento, Professionalità e Inclusione Sociale nello Sport” e ricercatrice presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Ma cosa significa tutto questo in termini concreti? Tradotto per i nostri ascoltatori, i suoi principali ambiti di ricerca riguardano:

  • Il ruolo degli allenatori e manager sportivi, con percorsi formativi volti a migliorare le loro competenze relazionali e di leadership;
  • Lo sviluppo del talento nello sport giovanile, aiutando i giovani a crescere sia come atleti che come persone;
  • Le transizioni di carriera nello sport, come il passaggio dalla carriera junior a quella senior, la gestione del fine carriera e il concetto di “dual career” (combinare sport e istruzione/lavoro);
  • L’inclusione sociale attraverso lo sport, progettando e valutando l’efficacia di programmi che usano lo sport per promuovere coesione sociale, come gli Sport for Development Programs;
  • La crescita professionale degli psicologi nello sport, con focus sulle competenze necessarie per operare efficacemente in questo settore.

Il suo intervento ci ha fatto riflettere sul grande potenziale dello sport non solo come competizione, ma come strumento di crescita personale e di trasformazione sociale. Una prospettiva che allarga gli orizzonti e ci invita a ripensare il ruolo dello sport nella nostra vita e nella società.

EcoSportivamente l’intervista a Enzo Favoino: Tra Economia Circolare ed Ice Swimming

Nell’episodio del 29 novembre, Enzo Favoino, figura chiave nella gestione sostenibile dei rifiuti, ci ha portato in un viaggio unico che intreccia scienza e passione per lo sport. Ricercatore della Scuola Agraria del Parco di Monza e coordinatore scientifico della rete Zero Waste Europe, Favoino ha condiviso anni di esperienza nella raccolta differenziata, riciclo e compostaggio. Ma la sorpresa è arrivata quando ha rivelato la sua passione per l’ice swimming, disciplina estrema che unisce corpo e mente nella sfida delle acque ghiacciate.

Favoino ha raccontato come questo sport sia per lui una metafora perfetta per la sostenibilità: preparazione, resistenza e rispetto per l’ambiente. L’economia circolare, concetto che promuove, rispecchia questa filosofia. “Come nell’ice swimming, anche nella gestione dei rifiuti bisogna immergersi con consapevolezza e disciplina, ma i risultati sono straordinari”.

EcoSportivamente : i risultati del 2024

Questi numeri non sono solo statistiche: sono il segno tangibile di una comunità che cresce, condivide, e crede nei valori della sostenibilità, dello sport, e della transizione ecologica. 

Il connubio tra sport e sostenibilità non è solo possibile, ma è anche essenziale per costruire un futuro migliore. La crescita del movimento sostenibile nel mondo dello sport, in questi dodici mesi, si è arricchito ulteriormente grazie a iniziative come il protocollo d’intesa firmato tra il CONI e l’ASviS, che rappresenta una svolta importante per la promozione degli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Questo accordo quadriennale punta a integrare i valori della sostenibilità in ogni aspetto delle attività sportive italiane, dalla formazione degli operatori alla gestione ecologica degli impianti, passando per progetti che valorizzano la parità di genere e l’inclusione sociale. In linea con questa visione, lo sport diventa uno strumento potente non solo per migliorare il benessere fisico e mentale, ma anche per abbattere barriere sociali e culturali.

Questa prospettiva si allinea perfettamente lo spirito di EcoSportivamente con gli sviluppi più recenti nel panorama sportivo italiano: un’ulteriore prova che lo sport può essere il motore di un cambiamento positivo, capace di migliorare la qualità della vita di tutti noi.

25 Aprile 2024

Le generazioni nate negli anni 80 o nell’inizio dei 90 sono cresciute con un’illusione di fondo, errata ma comune, che la storia fosse finita. Questa teoria trova il suo caposaldo nel libro di Francis Fukuyama, edito nel 1992, che si chiama per l’appunto, La fine della storia.  La tesi, che trae origine da una visione hegeliana del concetto di storia, è molto semplice: dopo la caduta del Muro di Berlino, non vi sarebbe stata più un’opposizione tra tesi e antitesi, ma il raggiungimento di una situazione di globale accettazione dei valori occidentali fondati sui diritti umani.

Quello che è successo negli anni a venire ha dimostrato, invece, che nella Storia non si è fermata. È andata avanti, come normale che fosse. Quell’impostazione culturale, però, ha lasciato degli strascichi evidenti. La trasformazione della società, non più vista come un insieme di moltitudine diverse ma al massimo come la somma di individui e interessi distinti. Eravamo popolo, siamo diventati gente.

Circa dieci anni fa ho organizzato il mio primo 25 aprile. Era, uno dei primi eventi dell’associazione che avevamo creato. In tanti ci guardavano un po’ sorpresi della nostra scelta: un’associazione di giovani che si occupa della festa di liberazione. A molti, incredibilmente, sembrava anacronistico accendere i fari proprio su questa tematica. Succede però che in questi dieci anni, il mondo e la storia accelerano repentinamente su quei binari che un decennio fa si intravedevano come foschi presagi ma che adesso diventano realtà. Realtà a cui ci stiamo abituando, come la famosa storia della rana con la pentola, ma che spaventa per la sua brutalità. Avremmo mai pensato nel nostro recente passato di aprire i giornali e leggere di cronache di guerra quotidianamente in Europa? Di minacce nucleari sulle nostre città? Di brutali attentati terroristici e di repressioni alimentate dalla voglia di sangue generalizzata e non sul sacrosanto concetto di sicurezza di uno stato?

25 Aprile 2024: ribadire l’essenziale

Se questo è il piano internazionale, quello nazionale vede protagonisti politiche che non riescono a pronunciare la parola “antifascista”. Antifascismo che è il fondamento della Costituzione sulla quale hanno giurato. Allora non bisogna andare troppo oltre. Bisogna ripartire dalle basi. Dai concetti semplici: l’antifascismo è divisivo solo se si è fascisti. Non stiamo giocando nessun derby. Il movimento della Resistenza era formato da studenti universitari e persone comuni con la terza elementare, dalla classe dirigenti ma anche dagli agricoltori delle periferie, dai comunisti, dai liberali, dai democristiani, dai socialisti, persino dai monarchici e dagli ex sergenti dell’esercito.  Ripetere. Riaffermare. Non dare per scontato ciò che adesso non lo è. Almeno per Tanti. Non giudicare ma dimostrare che esiste un’alternativa in cui questi valori trovano applicazione. Senza retorica, non serve, ma con una preziosa e paziente perseveranza.  Chi controlla il passato, controlla il futuro scriveva George Orwell. E noi, nel recente passato l’abbiamo persa questa sfida. In una miriade di luoghi comuni e facili slogan, la realtà storica del passato è stata svilita, camuffata, fino a rendere opinione soggettiva ciò che invece era oggettivo.

Ora, non è il tempo di alzare vessilli su questa data. C’è la necessità, invece, di ribadire come questa sia la festa di tutti gli italiani che si riconoscono nella nostra Repubblica, nata dal sacrificio di tante e tanti. Noi, per onorare quel sacrificio dobbiamo essere capaci di far rientrare nel cuore e nella carne viva della quotidianità i valori della Resistenza, un tempo universalmente condivisi.

Buona Festa della Liberazione!

W l’Italia. W l’Italia Liberata!

Ora e Sempre, Resistenza!

Discarica di Roccasecca: il Pd provinciale dice no!

In queste settimane è tornata prepotentemente alla ribalta un’ipotetica riapertura della Discarica di Roccasecca. Lo Stesso Presidente della Regione, Francesco Rocca, non ha smentito la vicenda, anzi ha ammesso che è una possibilità molto concreta.

Come responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e agenda 2030 Federazione di Frosinone, esprimo come ho sempre fatto nel corso di questi anni la mia più assoluta contrarietà al progetto.

Quando si parla di apertura del V Bacino a Roccasecca parliamo di un progetto nato addirittura nel 2015, un’era geologica fa, e anacronistico già a quei tempi. In passato, l’iter autorizzativo oltre al deciso no del Comune di Roccasecca, dei comuni limitrofi e delle associazioni ambientaliste, ha visto il parere contrario del Ministero dei Beni Culturali e al Tar della stessa Provincia di Frosinone.  L’ampliamento interessa un’area pari circa a 3 campi da calcio e di una capacità complessiva pari a 404.550 t di rifiuto. Per dare un termine di paragone, la Regione Lazio nel precedente piano regionale aveva stimato come conferimento in discarica per la Provincia di Frosinone, nel periodo 2021-2025, in 200.000 tonnellate.

Discarica Provinciale: la Posizione della Federazione di Frosinone

La posizione della Federazione di Frosinone è chiara ed in linea con la direzione presa senza indugio dal Partito a livello nazionale. Quello che, invece, non riusciamo a comprendere è come la Regione, governata da Rocca, intende gestire il ciclo dei rifiuti nel Lazio e in questa Provincia. Mi sembra, inoltre, del tutto evidente che prima di aprire l’argomento discariche nel nostro comprensorio, bisognerebbe quanto meno conoscere l’idea del Governatore e della sua giunta riguardo l’individuazione e il dimensionamento impiantistico degli ATO.

Approcciare al ciclo dei rifiuti, partendo unicamente dall’argomento discariche significa l’inversione naturale del processo. Si parte dalla fine e non dall’inizio. Personalmente, resto convinto di un ciclo dei rifiuti al servizio del territorio: definito su base provinciale, basato su impianti piccoli, in grado di favorire il riciclo e il riutilizzo, naturale evoluzione della crescita percentuale della raccolta differenziata.

Mi auguro, inoltre, che il lavoro iniziato dalla Provincia di Frosinone per l’individuazione delle aree idonee per la costruzione della nuova discarica provinciale, possa trovare il suo epilogo, in maniera rapida ed efficace.

Ascoltare i circoli, per una politica ambientale nuova

La nostra intenzione è quella di riunire al più presto i circoli del Pd, limitrofi l’impianto e renderli protagonisti dell’elaborazione politica su questi argomenti. Noi, senza rincorrere populismi, vogliamo portare la transizione ecologica sul territorio, lavoriamo per una gestione moderna, efficace ed efficiente del ciclo dei rifiuti e pretendiamo da chi ha la responsabilità del Governo il massimo impegno a ricercare soluzioni alternative e veramente sostenibili, tenendo in considerazione i territori che nel corso di questi anni, con immensa responsabilità, hanno già dato.

Umberto Zimarri- Responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e agenda 2030 Federazione di Frosinone

Rassegna Stampa

Rifiuti, discarica di Roccasecca: il Pd contro la possibile riapertura. Dura presa di posizione


https://www.radiocassinostereo.com/roccasecca-fr-zimarri-pd-si-lavori-alla-transizione-ecologica-altro-che-riaprire-la-discarica/


https://www.frosinonetoday.it/politica/rifiuti-pd-no-riapertura-discarica-roccasecca.html
https://www.tunews24.it/2024/03/17/rifiuti-dal-pd-provinciale-un-secco-no-alla-riapertura-della-discarica-di-roccasecca/


https://www.unoetre.it/2024/03/16/la-discarica-di-roccasecca-verra-riaperta/

Le bugie del governo: un Bluff che sta riuscendo male

La verità è che le bugie del governo non riescono a coprire un bluff che sta riuscendo particolarmente male. Mancava il grande classico. La riforma istituzionale. L’unica grande certezza quando le promesse elettorali si scontrano con la dura realtà dei fatti. L’operazione nel corso di questi anni è stata ribattezzata in diversi modi. La Premier, nel suo stile, l’ha sparata grossa: la madre di tutte le riforme. Non sappiamo se la riforma prenderà anche gli appellativi di donna e cristiana. Come ha prontamente sottolineato il Professor Andrea Pertici, “è una riforma che unisce i flop di Berlusconi e Renzi. Non si capisce bene cosa sia. Perché se fosse presidenzialismo si potrebbero muovere delle critiche almeno capendo di cosa si parla. Qui si va verso l’elezione diretta del Premier. Non so come lo chiameranno ma è certamente un modello inesistente sia nella teoria, sia nella pratica.”

Così, mentre i rappresentanti del Governo hanno blaterato, un giorno sì e un giorno pure, sulle questioni della natalità in maniera medievale più che ottocentesca, aumentavano l’iva per latte, pannolini e altri beni di prima necessità. Parti da incendiario dicendo di voler fare la guerra alle banche e ai poteri forti (cit) finisci per farla al latte in polvere.

Il famigerato taglio del cuneo fiscale, inoltre, non è una misura strutturale (come doveroso) ma risulta fragile e temporanea. Un anno e pensate un po’ la misura si alimenta con le accise sui tabacchi.

La beffa è doppiamente amara e dietro l’angolo per i residenti nel Lazio. La Giunta di centro-destra destra (la ripetizione non è un errore) ha appena approvato una manovra regionale dall’effetto esattamente che colpisce il ceto medio. Lo scorso anno, l’amministrazione Zingaretti aveva approvato uno sconto sull’addizionale Irpef dal 3,33% all’1,73% per i redditi tra 15mila e 35mila euro. Rocca non è stato capace di trovare i 300 milioni necessari per rifinanziare la misura. Il risultato è particolarmente beffardo per chi dichiara più di 32mila euro, in quanto vedrà il proprio stipendio diminuire anziché aumentare.

Le chiamavano misure contro l’inflazione.

A proposito di promesse mancate, è sintomatico quanto accaduto sulle pensioni. Strali social e invettive contro la Fornero per un decennio per poi tagliare le pensioni ai dipendenti pubblici, ristringendo i requisiti per uscire dal mondo del lavoro, in particolar modo per le donne.

Chiude il quadro terrificante il taglio alla sanità pubblica. Le stesse regioni governate dal centro-destra chiedono almeno il 7.5% del Pil.  L’emergenza Covid) non ci ha insegnato nulla: si osteggia la sanità di prossimità. Si colpisce in maniera scientifica il pubblico per avvantaggiare il privato. Escludendo dalle cure milioni di persone, meno abbienti, alle prese con tempi e liste di attesa kilometriche.

Questi sono i veri motivi del rilancio del tema istituzionale: metterla in “caciara” nascondendo la polvere delle mancanze sotto il tappetto magari continuando addossando le responsabilità agli ultimi, magari continuando a realizzare accordi disumani nel globo terracqueo.

PD Frosinone: la nascita di una nuova rete

Il miglior risultato per la lista “Leodori a Sinistra” è quello della Provincia di Frosinone. Saranno ben cinque, infatti, i nostri rappresentanti in Assemblea Regionale: Valentina Adiutori, Maurizio Bondatti, Stefania Timi, Cristian Scarfagna, Patrizio Abatecola. Vinciamo in quindici comuni, tra cui citando i maggiori, Cassino, Ferentino, Anagni, Pontecorvo e Paliano. Per molti osservatori disattenti questo dato potrebbe rappresentare una sorpresa, per noi, invece, è una conferma perché eravamo perfettamente consapevoli del valore delle candidate e dei candidati, così come conosciamo il valore della nostra rete, fatta di persone che si adoperano quotidianamente, con la testa e con il cuore, per risolvere i problemi dei cittadini del territorio.

Facciamo gli auguri di buon lavoro al neo segretario regionale Daniele Leodori che avrà il compito di guidare il Partito Democratico nella Regione Lazio. Siamo certi che lo svolgerà con saggezza e capacità, rilanciando la comunità democratica.

Ringraziamo, ovviamente, gli oltre 3700 elettori che ci hanno concesso, recandosi ai gazebo, la loro fiducia. Un enorme grazie va ai volontari che in una calda domenica di giugno hanno permesso lo svolgimento di questa giornata di democrazia. Un sincero abbraccio lo rivolgiamo a tutti i candidati/e della lista che con coraggio, umiltà, generosità e passione hanno accettato a viso aperto questa sfida, rappresentando nel concreto l’idea politica che ha animato questo progetto: essere il motore del rinnovamento del Partito, lavorare per dare risposte concrete sulle tematiche che incidono sulla vita delle persone, far emergere con nettezza un profilo alternativo alla destra in tutte le sue forme, civica e partitica, rappresentare circoli che in questi anni si sono sentiti completamente esclusi dalle decisioni.

Il Partito Democratico deve essere capace di valorizzare le differenze, di sviluppare una dialettica interna non rivolta allo scontro di potere ma alla costruzione politica e programmatica. Per raggiungere questo obiettivo, però, il Pd deve essere uno spazio politico in cui ogni tesserato si sente a casa propria e non ospite, semplicemente perché non esiste alcun padrone di casa.

Ora, abbiamo una priorità: non disperdere questo patrimonio politico e umano che abbiamo costruito nelle primarie nazionali e regionali. Da questa base dobbiamo partire per fare azione politica, mettendo a terra progetti ed idee, dal nord al sud della provincia. Per questo motivo definiremo nelle prossime settimane un incontro in cui inviteremo tutte le protagoniste e i protagonisti di queste avventure per progettare insieme il futuro.

25 Aprile: la nostra storia

Quando la Professoressa di Storia, al Liceo, ci ha spiegato la Resistenza ha insistito su un punto: la pluralità delle anime dei partigiani e partigiane: comunisti, socialisti, cattolici, azionisti e liberali.

In quel frangente, in tutta onestà, non riuscivo a comprendere perché fosse così cruciale quell’aspetto. Quando hai 18 anni, vedi tutto senza compromessi e solitamente si intende il mondo senza sfumature. Da una parte i nazifascisti. Dall’altra noi. Nel senso delle persone democratiche. Perché alla fine concentrarsi su quelle che sembravano sfumature?

Con il passare degli anni ho capito perfettamente la motivazione e non posso che ringraziarla di quella lezione. Una delle caratteristiche del movimento di Liberazione italiano era proprio quello: la pluralità. Persone con diverse idee di che si univano, rischiando la vita, per consegnare alle future generazioni un’Italia democratica e antifascista. Il 25 Aprile, dunque, è la data in cui gli italiani che credono nei valori della carta costituzionale si riconoscono e festeggiano. Festeggiano la fine della dittatura e la bellezza della libertà.

Oggi molti di quelli che ci governano e hanno giurato su una costituzione antifascista ritengono invece che questa sia una festa divisiva. Si Blatera di pacificazione, perché in fondo in fondo si immagina un nuovo modello istituzionale e si prova a riscrivere la verità sul passato, mischiando in maniera meschina storia e memoria.

Come ha ricordato una bella ed efficace campagna dell’Arci, in collaborazione con Testi Manifesti, il 25 Aprile è divisivo se sei fascista, se sei razzista, se sei revisionista, sei indifferente. Se non ti riconosci insomma nei valori della Nostra Repubblica. Non c’è molto altro da aggiungere.

Resistere in questi tempi non è solo un dovere ma una necessità, perché come tante/tanti nel passato ci hanno detto, nessuna conquista è per sempre perché ci sarà qualcuno pronto a togliercela.

L’altro aspetto davvero emozionante quando penso a questa giornata è che il riscatto della nostra nazione sia nato dalle persone comuni e giovanissime. Donne e uomini che avevano poco altro, se non la vita e la dignità, hanno ridato l’orgoglio alla nostra patria, dopo anni di vergogna e torture,  loro sì da veri patrioti,  scegliendo volontariamente da che parte stare.

Combatterono per la libertà di tutti, per quelli che erano con loro e per quelli che erano contro. Oggi è al potere c’è chi non riesce a riconoscere il valore di quel sacrificio fisico e morale. Chiedevano solo una cosa alle future generazioni: mantenete saldi quei valori per i quali noi stiamo andando a morire.  Tenere viva, luminosa, grande e bella l’idea. “E vorrei che quei nostri pensieri/quelle nostre speranze di allora/rivivessero in quel che tu speri”

Questa giornata non sarà mai morta, perché non parliamo di retorica e di pensieri vuoti. Ieri, oggi e domani sono legati ed il legame  sono proprio le nostre azioni quotidiane. Festeggiare il 25 Aprile non sarà mai vano: sarà sempre il nostro modo per schierarci contro le ingiustizie, contro le dittature, contro i fascismi vecchi e nuovi, per la pace e la dignità delle persone.

Ne è valsa comunque la pena

Tra poche ore si consegneranno le liste delle prossime elezioni comunali di San Giovanni Incarico. Faccio, ovviamente, il mio più caloroso in bocca al lupo a tutti i candidati e rivolgo un pensiero speciale a chi avrebbe dovuto essere protagonista della partita e ora ci guarda tutti dall’alto ❤.

Io ho deciso di non partecipare alla competizione elettorale. Non è stata una scelta semplice, né comoda. Non lo è perché personalmente ho creduto e continuo a credere a quello che ho detto e scritto in questi anni ed oggi, dopo diversi tentativi, ho constatato che non c’erano le condizioni necessarie per perseguire con la doverosa coerenza e la giusta serenità con quel percorso.

Permettetemi prima di tutto di ringraziare chi 5 anni fa ha deciso di candidarsi con Primavera Sangiovannese, le tante e i tanti che pur da non candidati, in questi anni, sono stati al mio fianco ed ovviamente i cittadini che mi hanno concesso la loro fiducia. E’ stato un onore, un onere ma soprattutto un privilegio svolgere il ruolo di Consigliere Comunale nel mio Paese. Posso, in massima franchezza, dire di avercela messa tutta e di aver perseguito quei valori, quelle idee, quei principi che mi avevano spinto alla candidatura. Ho sempre agito non pensando al bene individuale ma a quello del Paese. Ho cercato di seguire il sentiero non più comodo per me ma quello più giusto per i Sangiovannesi.

Come in ogni sfida che si affronta ci sono stati errori, così come degli aspetti che potevano e possono essere migliorati. Da principale rappresentante di un gruppo civico me ne prendo totalmente la responsabilità e chiedo scusa, una parola che nel mondo, non solo in Politica, si utilizza troppo poco. E’ un mio dovere. Allo stesso tempo, però, rigetto al mittente le voci che dicono che nulla è stato fatto in questo lasso di tempo, semplicemente perché è falso. Quando c’è stato da battere i pugni sul tavolo lo abbiamo fatto, per esempio sull’uscita dall’Unione dei Comuni, quando c’è stato il momento della responsabilità, con l’emergenza covid, non ci siamo tirati indietro. Nella mia azione ho messo al primo posto la tutela e la salvaguardia ambientale. Il bene massimo che tutti dovremmo difendere. Ho insistito fino all’ultimo consiglio comunale sulle tematiche di bilancio sottolineando, una volta di più, la delicatezza della nostra situazione. Ho portato avanti con determinazione tutti i punti programmatici che avevamo riguardo la trasparenza amministrativa. Sfido chiunque a prendere un volantino della campagna elettorale del 2017 e trovare un argomento in cui abbiamo cambiato posizione.

Io, noi, ci siamo candidati davvero per provare fino in fondo a cambiare le cose. Sono stato orgoglioso di aver guidato un gruppo di persone in questo piccolo, grande progetto che poggiava le sue basi sull’innovazione, sul senso di comunità, su una visione collettiva e non personale di politica, sull’entusiasmo. Abbiamo provato a costruire un modello diverso di Paese ma non ci interessava una battaglia di pura e mera testimonianza, così come non mi interessa la candidatura ad ogni costo, ringrazio, davvero di cuore chi sinceramente mi aveva offerto questa possibilità. Per ora, non ci siamo riusciti e bisogna prenderne atto. Con serietà e responsabilità, senza drammatizzare le cose. In politica tanti quando le cose non vanno per il verso giusto accampano scuse, io credo, invece, che bisogna aver il coraggio di dirlo, non ce l’abbiamo fatta. Non servono le scuse perché ho affrontato questa sfida a viso aperto. Ci siamo buttati a capofitto in questa storia all’improvviso, armati soltanto della nostra buona volontà, aggrappati ad un filo tenendoci l’un, l’altro.

Mi piace pensare però che tutto questo non sia stato vano. Mi piace pensare che abbiamo dimostrato con i fatti che anche degli under 40 o under 30 possono provare a dire la loro, anche qui a San giovanni, in una lista, in un’associazione. Dove vogliono. Fatelo, provateci. Si può cadere, si può sbagliare ma questo paese ha un disperato bisogno di voi, della vostra intelligenza e della vostra fantasia. Mi piace pensare che abbiamo dimostrato che anche qui si può lavorare sui temi, che si può davvero fare politica non contro qualcuno ma per qualcosa. Mi piace pensare, anzi ne sono certo che se io, tu, noi chiediamo delle cose e ci mobilitiamo per esse poi alla fine chi è al potere, prima o poi, dovrà ascoltarci..

E’ sempre bellissima la cicatrice che vi ricorderà di essere stati felici, cantava Samuele Bersani. La politica è orgoglio, è voglia di mettersi in gioco, è coraggio, è felicità e non sempre calcoli e giochi di palazzo. E’ una cosa che può essere davvero bella. La nostra ambizione non era quella dei ragazzetti che giocavano ad essere grandi ma era il desiderio di dare un senso più profondo al nostro coraggio, al nostro orgoglio, alla nostra idea di futuro. Perché deve pur esserci un futuro in cui credere e in qualche modo noi continueremo a cercarlo, statecene certi.

Ecco per tutti questi motivi, nonostante tutto, io dico che ne valeva e ne è valsa la pena. Davvero.

Con affetto, Umberto

L’anno che verrà

Care concittadine, cari concittadine

come consuetudine di questi anni, a nome di personale e a nome di tutto il gruppo di Primavera Sangiovannese, porgo a voi i miei più cari ed affettuosi auguri di fine anno.

Anche il 2021 è stato un anno difficile, duro, in cui abbiamo alternato momenti di ritrovata o meglio di pseudo normalità a momenti come quello attuale in cui il covid torna a correre a ritmi vertiginosi e davvero preoccupanti. A tal proposito rivolgo un caloroso, affettuoso e sincero abbraccio a tutte le persone attualmente positive o in quarantena.

In questo contesto si è mossa la nostra azione politica. Senza clamori ma con ostinata determinazione. Senza squilli di tromba ma con perseveranza. Abbiamo agito seguendo quella che è la nostra stella polare, il bene del Paese.

E’ naturale, vista la scadenza elettorale imminente, un passaggio sull’anno che verrà e su quelli che sono stati. 4 anni e mezzo fa, le nostre proposte sembravano venire da Marte. Lo ricorderete per tanti facevano parte del libro dei sogni. Dopo questo lasso di tempo, posso senza ombra di smentita dire che molte di quelle hanno segnato l’agenda politica del nostro paese ( dalla tutela ambientale, alla trasparenza, dall’efficienza energetica alle esigenze culturali, solo per citarne alcune) E’ questa la forza delle idee. Della contaminazione. Del superare gli steccati e di seguire, in maniera rigorosa il programma elettorale proposto ai cittadini. Il superamento della politica personale e personalistica.

Noi su questo schema continueremo a muoverci. Si parte dal programma, non ci si muove contro qualcosa o per qualcuno ma per un progetto di futuro. Avevamo, abbiamo ed avremo un solo obiettivo: migliorare la qualità della vita di San Giovanni Incarico, cambiando nel profondo i modi di fare politica. Disegnare insieme a voi una cittadina più bella, più giusta, più sostenibile. La casa di tutti in cui nessuno può sentirsi padrone. Primavera Sangiovannese non solo non è morta ma è più viva che mai ed ha l’ambizione, dopo l’esperienza di questi anni, di diventare forza di governo.

L’augurio per tutte/i è quello di metterci alle spalle i momenti difficili che abbiamo vissuto e di guardare avanti, non dimenticando mai, di cercare la felicità e la gioia vivendo attimo per attimo l’anno che verrà.

Un abbraccio

Umberto

https://fb.watch/aAm9cAkOAL/

Primavera Sangiovannese: i prossimi passi

Manca un anno al termine del mio mandato da Consigliere Comunale. Passarlo a parlare del nulla proprio non mi va. Preferirei, come ho provato a fare ( al massimo delle mie forze) nei quattro anni precedenti, utilizzare questo tempo per portare idee ed iniziative concrete per migliorare la vita ai cittadini e alle cittadine di San Giovanni Incarico.

Nel video provo semplicemente a ragionare su piccole e grandi priorità che con Primavera Sangiovannese vorremmo affrontare nel futuro prossimo.

Come sempre metteremo al centro del nostro impegno idee e proposte concrete per migliorare la vita delle cittadine e dei cittadini di San Giovanni Incarico.

Discarica e Plastic Free, Rapporti con l’Unione di Comuni, l’odiosa tassa della Valle del Liri, l’utilizzo del fondo di solidarietà, l’organizzazione del centro culturale che sta per nascere da anni richiesto, il supporto al commercio locale, il bilancio partecipativo, la cura dei beni comuni e la ripartenza dello sport. Non ci interessano le guerre personali, al centro del nostro progetto c’è solo San Giovanni e i Sangiovannesi.