Conte II: tutto o niente

Tutto o niente, opportunità o fallimento, un governo capace di unire o quanto meno riavvicinare due anime nate dalla stessa costola o una baruffa continua di pochi mesi. Questi sono gli opposti scenari del Governo Conte II ed il limite, tra un successo ed una Caporetto, è davvero esile.

Il matrimonio tra Pd e 5 Stelle nasce nel momento in cui i due partiti sono al punto di massima distanza. Nessuno si sarebbe scandalizzato nel 2013, quando l’accordo sembrava il naturale sbocco alla “non vittoria” Bersaniana. Nessuno si sarebbe scandalizzato quando il M5S candidava Rodotà, Prodi e Gino Strada al Quirinale ( solo per dirne alcuni). In 6 anni è successo di tutto ed il contrario di tutto: Letta e l’Enrico Stai Sereno, Renzi, il Partito nazione e il 4 dicembre da una parte, la scatoletta di Tonno, gli streaming, l’opposizione dura e pura, la vittoria alle politiche, l’accordo con Salvini ed il tracollo dall’altra.

Se il lancio della Moneta darà Niente, il risultato lo sappiamo tutti: la Lega sfonda alle prossime elezioni politiche, Salvini e La Meloni eleggeranno il Presidente della Repubblica e ci saranno cenere e macerie nei dem, nei 5 stelle e anche a sinistra del Pd, incapace di organizzarsi decentemente in questi anni. Fine della partita. Game, set, match per la Lega e i sovranisti ed in questo caso la toppa sarà stata peggiore del buco.

Se il lancio della Moneta darà tutto, beh, inizia una nuova storia che ipoteticamente potrebbe e dovrebbe portare ad alcuni interessanti scenari, su tutti la responsabilizzazione del Movimento ed una riconnessione sentimentale con alcuni pezzi di elettorato persi per sempre nella boria e nell’immobilismo di questi anni dalle parti del Nazareno. Raramente si avrà la possibilità in Italia di un Governo che potrebbe agire con coraggio sul welfare, sui diritti sociali e civili, sulla riconversione ecologica dei sistemi di produzione e della società, sulla valorizzazione dei beni comuni, sulla centralità di un sistema di welfare pubblico e la ricostruzione di un rapporto costruttivo con le parti sociali. Pensiamoci ma soprattutto ricordiamo, a chi sta nella cabina di regia, di non sprecare questa insperata e probabilmente ultima occasione.

Come iniziare dunque a riempire questo vuoto attuale? Evitando di riproporre i dirigenti che nei governi Renzi/Gentiloni non ne hanno beccata una neanche per sbaglio ed i Ministri del Conte 1, costruendo un Governo in cui le donne siano presenti e protagoniste (ma non per riempire una casella ma per dimostrare che si ha un’idea completamente diversa di società e quindi di politica), scegliendo in base alla competenza, al merito e non alle correnti, riconoscendo la disumanità dei decreti sicurezza 1 e 2, lavorando sul cuneo fiscale delle aziende, ragionando sui grandi temi dell’automazione industriale, mettendo in sicurezza il territorio italiano, indiscutibilmente europeista nel senso autentico del termine.

Insomma abbiamo bisogno di un Governo che non prometta l’assurdo, che sia meno spaccone e più umile, che faccia delle cose semplici e per bene, mostrando rispetto per le Istituzioni e agendo seguendo i principi della nostra Carta Costituzionale. Chiedo troppo?