2007 Grazie!

“Ci sono due tipi di persone che ti diranno che non puoi rappresentare la differenza nel mondo: quelle che hanno paura di tentare e quelle che hanno paura che tu ce la faccia”.

Non so proprio da dove cominciare: sono felice, stanco, assonnato ed un pizzico orgoglioso. C’è tanto da dire su questo voto Europeo e per analizzarlo ci sono almeno 3 livelli di ragionamento: il contesto continentale, quello nazionale ed il risultato personale.
Parto dall’ultimo e lo faccio ringraziando le 2007 persone che hanno deciso di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale. Una bella ed importante responsabilità. Un risultato personale incredibile, inaspettato e per questo certamente più emozionante. Faccio seriamente fatica a crederci.
Credo molto nella ciclicità delle cose: ogni punto di arrivo diviene così un nuovo inizio ed è e sarà così anche questa volta. I tanti appunti presi in questo viaggio sono già divenuti stimoli e pungoli per il lavoro futuro.
Dovrei ringraziare un’enormità di persone perché questo risultato è frutto di un lavoro di squadra, di un collettivo che ancora una volta si è messo al lavoro per me in maniera gratuita, spontanea e generosa.Non smetterò mai di dire loro grazie. Non smetterò mai di ripetere che la politica è sforzo collettivo e rappresentanza delle istanze territoriali.
Tanti mi hanno affidato il loro primo voto, in tanti mi avete detto vado a votare perché ci sei tu, tanti mi hanno detto “non deludermi anche tu”. A tutti voi posso solo dire che continuerò e continueremo a lavorare come abbiamo fatto in questi anni avendo maggiore forza, determinazione e coraggio nel portare avanti le nostre battaglie ambientali fatte di dignità ed orgoglio.

Un capitolo a parte in questa storia merita il mio Paese, San Giovanni Incarico: 436 preferenze, con una percentuale che sfiora il 28%. Ringrazio ad uno ad uno i miei concittadini per l’enorme fiducia riposta nei miei confronti. E’ un vero e proprio onore per me.
El camino es la ricompensa: Adelante, Adelante, Adelante!

Agricoltura e Blockchain

Nel programma territoriale della mia campagna elettorale ho deciso di inserire un punto su agricoltura e cambiamenti climatici: rischi, sfide ed opportunità. In molti mi hanno chiesto, cosa intendi per opportunità?

La rivoluzione digitale avvenuta, ma soprattutto quella che è alle porte con l’avvento del 5G modificherà radicalmente le abitudini quotidiane.  Una delle sfide che nel futuro prossimo la politica dovrà affrontare sarà proprio quella di sfruttare l’innovazione tecnologica mettendola al servizio delle persone. Un processo delicato, vista l’enorme automazione che si svilupperà, nel quale partiti e sindacati dovranno dimostrare di essere in grado di leggere i processi moderni e di non far subire gli ineluttabili cambiamenti dei nostri tempi ai lavoratori. Ritengo che uno dei campi in cui si possa sperimentare, prima, ed ottenere risultati poi, è proprio quello dell’agricoltura.  Non è una chimera parlare ormai di smart-agrifood.

La tecnologia blockchain sta ricevendo sempre più attenzioni per via delle sue caratteristiche, infatti essendo in grado di eliminare completamente gli intermediari dalle transazioni e, al contempo, garantire la sicurezza e la trasparenza delle informazioni, la sua adozione si estende ben oltre le ormai famose criptovalute (tra cui il Bitcoin). L’Economist ha definito questo protocollo, “The Trust Machine”, ovvero la macchina della fiducia per la sua capacità, all’interno di una architettura distribuita e centralizzata, di ottenere dei processi di verifica in cui nessuno detiene autonomamente il potere di controllo.               

Ma come può la tecnologia blockchain migliorare l’industria alimentare? Innanzitutto, la blockchain ha la possibilità di rendere l’intera infrastruttura alimentare più trasparente ed efficiente, oltre ad aumentare la qualità dei prodotti andando incontro alle esigenze dei consumatori.

Attualmente la catena alimentare è molto complessa,infatti, durante ogni fase possono verificarsi numerose problematiche legate in modo particolare ai processi di trasformazione e di distribuzione degli alimenti. Possono verificarsi, inoltre, complicazioni legate alla sicurezza alimentare, agli sprechi e alla provenienza – dalle contaminazioni alle diffusioni di malattie di origine alimentare – che possono causare non solo enormi danni ai produttori ma anche seri problemi ai consumatori.

I potenziali benefici

Tracciabilità e sicurezza. La tecnologia blockchain con il supporto dell’Internet of Things (“l’internet delle cose”), offrirebbe ai consumatori informazioni complete, sicure e certificate, consentendo di tracciare e conoscere la provenienza di determinati prodotti alimentari.

In questo modo si eviterebbero problemi di contaminazioni, di diffusione di malattie di origine alimentare e altri inconvenienti legati al cibo, come l’utilizzo illecito del marchio Made in Italy. In particolare, in caso di contaminazione sarebbe possibile rintracciare prodotti specifici in qualsiasi momento e rimuoverli immediatamente dalla distribuzione.
Si formerebbe di nuovo un collegamento diretto produttore-fornitore-consumatore. Attualmente l’agricoltore e il consumatore sono disconnessi, con la blockchain si creerebbe un legame tra i due soggetti. Questo porta ad un risultato semplice ma prezioso: i consumatori possono avere accesso, in modo chiaro e trasparente, a qualunque tipo di informazione riguardanti i prodotti alimentari.

Tradotto in soldoni vuol dire conoscere in tempo reale tutte le transazioni che avvengono sulla catena: un rivenditore potrebbe sapere, ad esempio, con chi il suo fornitore ha avuto rapporti; un consumatore tramite un codice QR potrebbe conoscere la data di nascita di un animale, se sono stati usati antibiotici o vaccini durante l’allevamento, e il luogo in cui è stato allevato.

Riduzione degli sprechi alimentari. Gli sprechi alimentari derivano principalmente dal fatto che ogni singola fase della catena del valore deve stimare la domanda. La blockchain potrebbe essere sfruttata per ridurre la distanza delle informazioni da una fase all’altra della catena di approvvigionamento. Razionalizzando le catene di approvvigionamento e aumentando la condivisione delle informazioni è possibile quindi ridurre gli sprechi alimentari. Inoltre, in caso di contaminazione, i prodotti contaminati possono essere rintracciati facilmente e rapidamente, mentre i cibi sicuri resterebbero sugli scaffali e non sarebbero inviati alle discariche.

Efficienza.La blockchain renderebbe la catena di approvvigionamento più efficiente perché, seguendo tutte le fasi di lavorazione dei cibi e i conseguenti spostamenti lungo la filiera di produzione fino ad arrivare al consumatore finale, ridurrebbe notevolmente i tempi. Permettendo, inoltre, di far conoscere i costi di ogni singola fase della produzione di un particolare prodotto alimentare: tutelando sia i piccoli produttori che potrebbero essere maggiormente tutelati, sia i consumatori che potrebbero verificare eventuali rincari illeciti. Una filiera insomma più equa e solidale.C

Meno sprechi, meno corruzione, più trasparenza e più qualità: un’agricoltura sostenibile, ricca di opportunità, passa anche per l’introduzione di questi nuovi paradigmi tecnologici.

Umberto Zimarri- Candidato alle Elezioni Europee, Europa Verde.

Francesco Rampini- Comitato Possibile Salvador Allende, esperto tecnologia Blockchain.

Una Prospettiva di futuro

In un’economia che stenta a riprendersi, i singoli si sentono smarriti: in tanti, troppi, a volte forse anche noi stessi, sono in balia della speranza che arrivi all’improvviso un salvatore. Questa speranza in realtà rappresenta un grande limite, ed è la più grande scusa per assecondare la pigrizia. Una scusa per non uscire dalla zona di comfort limitando la nostra visuale che rimane confinata a pochi metri più in là del cancello del nostro giardino.
Il ricordo che rimarrà di noi ai posteri, ai nostri successori, sarà misurato dal cambiamento che avremo indotto con la nostra esistenza sulle loro esistenze. Non è detto che tutti lasceremo un segno, e soprattutto non è assolutamente detto che questo segno, per chi lo avrà lasciato, sarà positivo. Non è scontato che i nostri successori (figli, nipoti) ci saranno grati per ciò che avremo fatto, anzi, dovremmo avere l’onestà intellettuale di tenere in considerazione l’ipotesi che potrebbero maledirci per come NON abbiamo saputo tenere cura di loro, del loro futuro (e come dargli torto visto quello che stiamo facendo, viste le persone che NOI stiamo mandando a amministrarci?). Una cosa però è certa, uno scopo nella vita tutti ce lo abbiamo, anche se a volte per qualcuno un po’ sfocato.

Tutti abbiamo uno scopo orientato a migliorare le cose. Ma migliorare le cose di chi? Spesso è per migliorare le cose che ci appartengono o che abbiamo più o meno vicino, altre volte alcuni (per i più nobili) vogliono semplicemente migliorare “le cose”, a prescindere da chi appartengono. E qui sta il punto.
“Ah, ma questo non riguarda me, non mi appartiene, non mi condiziona, pertanto non mi interessa” è la peggiore delle menzogne che continuiamo a dirci. Il fatto è che tutto ci riguarda, e soprattutto -mettiamocelo in testa- tutto ci appartiene, e di conseguenza dobbiamo sentirne la responsabilità.
Cosa accade quando finirà la nostra vita non è dato saperlo. Ma cosa (non) avremo fatto durante la nostra esistenza sì, e lo sapranno prima di tutti le persone a noi più vicine. Quindi guardiamoci intorno, poi guardiamoci indietro e poi, guardando avanti, proviamo a rispondere onestamente: cosa stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi?
Come fare quindi? La visuale sostenibile delle azioni è “semplicemente” è questa: prendersi cura del presente lasciando a quelli che verranno la possibilità di imitarci e magari migliorare. A questo scopo i grandi pilastri sulla quale si basa la scienza della sostenibilità sono tre: il pilastro economico, quello ambientale e quello sociale. Non si può prescindere da nessuno di questi tre pilastri, devono essere valutati in maniera organica e nessuno di questi può essere trascurato, in nessun momento.
Lo sviluppo sociale deve esserci per tutte le categorie: comunità locali, lavoratori, consumatori. Esso deve essere volto a promuovere la creazione di posti di lavoro, con condizioni equamente sicure e dignitose per tutti, senza discriminazioni di sesso, età, nazionalità, credo religioso, credo politico, o altro. Lo sviluppo sociale richiede uno sviluppo di infrastrutture adeguate con PIANI di MANUTENZIONE all’altezza di un paese sviluppato, di servizi al passo con i tempi. Deve essere assicurato per tutti la qualità dell’istruzione e dell’assistenza medica e l’accesso ai tutti i tipi di servizi.
Lo sviluppo economico deve assicurare alle imprese, ai commercianti e al popolo delle partite Iva, di poter far affidamento su una filiera trasparente, prima di corruzione, priva di inganni, con regole chiare e ben definite, così come sulla lealtà della concorrenza. Così da poter mantenere onestamente e liberamente la propria attività, i propri dipendenti e di conseguenza le loro famiglie.
Ma tutto questo non può essere fatto a danno dell’ambiente, se in uno qualsiasi di questi punti si sta ottenendo un beneficio economico o sociale a danno dell’ambiente allora si sta annullando tutto lo sforzo. Bisogna ripensare bene quello che si sta facendo.
I possibili danni ambientali sono molti, alcuni sono evidenti, ma molti sono “invisibili”, per questo sembrano non esserci.
Guardiamoci intorno un secondo, stiamo permettendo di venire sotterrati da rifiuti, con campi elettro magnetici sopra la testa. Nel nostro caso abbiamo un fiume che traporta i metalli pesanti di tutta la valle de Sacco dritta dentro il cuore del nostro paese, le falde dei nostri pozzi sono in condizioni disastrose, il paesaggio che abbiamo sta subendo abusi intollerabili e camminiamo su un suolo, sul quale coltiviamo i nostri orti, saturo di sostanze nocive che avvelenano un po’ per volta noi, le nostre piante e i nostri animali.
La brutta notizia è che questa è la situazione, la buona notizia è che c’è una soluzione: soluzione che richiede uno sforzo collettivo, profondo, radicale. Uno sforzo grande che forse non si è mai visto dalle nostre parti, perché passa per una rivoluzione sociale, politica e industriale.
Ma non abbiamo più tempo per aspettare, non c’è più tempo per attendere: tocca a noi e dobbiamo farlo, subito. Adesso. Senza timore, mettendo in campo una diversa prospettiva di politica, futuro e società.

Umberto Zimarri – Candidato Europee, Europa Verde
Antonio Valente – Ricercatore presso IMDEA Energy

Ho preso un impegno

Europa_Verde_CicloTurismo

7,6 miliardi: una cifra enorme. La cifra che muove l’indotto del cicloturismo.
Dal 2013 al 2018 i cicloturisti sono aumentati del 41%. Una delle tante chiavi di volta che servirebbero per riaccendere la speranza sui territori: posti di lavoro puliti, green, realizzati salvaguardando l’ambiente e il territorio.
Per queste ragioni ho deciso di sottoscrivere anche io, l’appello “Cycling for All” della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e l’European Cyclists’ Federation.
FIAB ed ECF chiedono che l’Unione Europea mantenga la rotta già fissata in questa legislatura. Sono diversi i risultati portati a termine, come il voto del Parlamento per richiedere 8 spazi-bici su ogni treno nuovo e rinnovato in Europa. Sul lungo periodo i candidati dovranno impegnarsi a incentivare la mobilità ciclistica affinché, entro il 2030, la metà degli spostamenti complessivi venga fatta in sella.

“Cycling for All” chiede poi che venga reso obbligatorio l’Intelligent Speed Assistance (ISA) in tutti i nuovi veicoli per tutelare pedoni e ciclisti. In termini economici, l’appello fissa al 3% la fetta del budget del settore trasporti che dovrà essere destinata alle infrastrutture ciclabili nel prossimo bilancio pluriennale (2021-2027). Ad oggi la spesa è dell’1,5%. L’appello, inoltre, impegna i candidati a far sì che la bici a pedalata assistita elettrica (con velocità limitata a 25 km/h e potenza entro i 250W) venga classificata come uguale alla bici tradizionale.
Ultimo, ma non ultimo, FIAB ed ECF puntano alla formazione di un Intergruppo Parlamentare sulla ciclabilità nel prossimo Parlamento.

Un altro modello di sviluppo è Possibile.

Quel che resta della Dichiarazione Schuman

Umberto Zimarri

Il 9 maggio del 1950, l’allora Ministro degli Esteri Francese, Robert Schuman pronunciava un discorso storico. Una delle pietre miliari del processo di costruzione dell’Europa Unita. A soli 5 anni dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, grazie ad una lungimiranza fuori dal comune, intuì la chiave di volta per avere stabilità nel vecchio continente: partire dal lavoro e dalla solidarietà tra popoli, unire il commercio con il desiderio di pacifica convivenza, “a quel punto una guerra tra Francia e Germania non solo sarà impensabile, ma sarà materialmente impossibile”. Era il primo passo verso la costruzione della C.E.C.A ( Comunità Economica Carbone ed Acciaio) nella quale i 6 Paesi Membri decisero di metter in comune le produzioni di carbone e acciaio.

Quell’intervento, passato alla storia, come Dichiarazione Schuman poggia su tre imprescindibili caposaldi:

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.”

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

“La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.”

Rileggendo attentamente queste profetiche parole non si può fare a meno di riflettere sul prezioso percorso compiuto in questi quasi 70 anni dai popoli Europei. Abbiamo avuto la fortuna ed il privilegio di vivere in un’epoca di pace come mai avvenuto prima in Europa: non possiamo tollerare chi mette in discussione l’Europa e l’Europeismo.  Come sappiamo benissimo, nessuna conquista è per sempre. Se non saremo sempre pronti a rinvigorire quel sentimento popolare con il giusto ardore, arriveranno forze reazionarie che saranno pronte a distruggerle per sempre. È l’internazionale dei nazionalisti: sono quelli che ci vogliono piccoli e divisi, quelli che vogliono riportare indietro le lancette del tempo, quelli che vogliono costruire muri al posto di ponti di civile convivenza e multiculturalità, quelli che fanno il gioco dei grandi potentati, delle industrie milionarie e reazionarie non certamente gli interessi del popolo, delle studentesse e degli studenti, delle persone che per campare dignitosamente ogni mattina si svegliano e vanno a lavorare.

Contemporaneamente le parole dello statista ci esortano a riflettere sulla situazione attuale della Governance Europea. Un processo di cambiamento non può più attendere.

Quel processo di costruzione non è ancora completo: non può bastare un’unione fiscale e monetaria se non si costruisce un Europa dei Popoli. Urge una sobria proposta per creare un potere democratico europeo, per dirla con le parole di Spinelli. Abbiamo bisogno di partiti veramente europei, di politici che non vedano Bruxelles per dopolavoro, di un giornalismo attento alle notizie europee, di professionisti che possano declinare sui territori le opportunità provenienti dalle Istituzioni Europee, di una riconversione green del sistema industriale, di un regime fiscale comune, di politiche commerciali che mirino all’effettivo sviluppo globale complessivo e di un salario minimo europeo.

Riempie il cuore di speranza la manifestazione prevista domani a Cassino, “Una Marcia per l’Europa”, nella quale i grandi protagonisti saranno i ragazzi ‘IIS “Medaglia d’Oro” di Cassino” e alla quale saranno presenti associazioni e istituzioni. Impegni di lavoro, purtroppo, non mi permetteranno di essere presente ma quest’evento dimostra, ancora una volta di più, quanto gli studenti in questi mesi abbiano assunto il ruolo di assoluti protagonisti nella costruzione di un pensiero lungo, come da anni non avveniva in questo Paese.

Non potrà mai esserci alcun vero e profondo cambiamento nella società se questo non sarà autenticamente popolare e non passerà anche per questa nuova generazione.

Toccherà a tutti noi che viviamo seguendo questi ideali ( ci pensiamo mai a quanto è bella questa parola?) affrontare con coraggio e decisione le delicate e difficili sfide che il tempo presente ci sta mettendo davanti. Sono sicuro che anche questa volta la speranza sconfiggerà l’odio.

Umberto Zimarri, Candidato alle Elezioni Europee con “Europa Verde”.

The You Effect

Il clima è in pericolo. Persino la democrazia è sotto attacco. E dobbiamo ancora batterci con forza per la giustizia e l’uguaglianza.

La maggior parte dei tuoi amici e parenti vota. Ma tu – come molti – hai amici e parenti che hanno bisogno di un incoraggiamento extra per recarsi alle urne.

Seguendo questi cinque passaggi, le ricerche dimostrano che puoi convincerli a votare. E insieme possiamo fare in modo che la UE non venga controllata dai politici dello status quo né da demagoghi e nazionalisti.

I Verdi Europei hanno realizzato questo splendido sondaggio/gioco interattivo per coinvolgere e convincere i tuoi amici a votare: The You Effect: https://theyoueffect.eu/it

Come diceva una splendida canzone “People have the power” ma soprattutto ogni rivoluzione non può che partire proprio da te.


Umberto Zimarri, presentazione della sede di Frosinone

Grande seguito di pubblico per il candidato alle Europee Umberto Zimarri, presentato da Gianmarco Capogna a nome del Comitato di Possibile di Frosinone.

Zimarri da subito ha esplicato i suoi cinque punti del programma: L’Europa e i piccoli centri, il ciclo dei rifiuti e la lotta alle ecomafie, acqua bene pubblico, messa in sicurezza del territorio ed infine i cambiamenti climatici ed agricoltura.

“E’ inimmaginabile pensare, – ci dice Zimarri – di affrontare le grosse sfide climatiche che la nostra epoca, il nostro tempo deve affrontare. Secondo gli studi abbiamo dodici anni per salvare il pianeta, significa che dobbiamo per forza di cose ridurre la quantità di CO2 presente nell’ aria, che porta inesorabilmente ad un riscaldamento globale e dobbiamo cambiare completamente il nostro sistema produttivo, industriale e di abitudini personali, questo con una rivoluzione, una rivoluzione verde. Il movimento di Greta Thunberg ce lo ricorda, ce lo chiedono i giovani.”

Tra i molti interventi da annoverare le parole di elogio del Consigliere Comunale di Frosinone, Stefano Pizzutelli.

In merito al punto dell’acqua un breve estratto:


Di seguito alcune immagini dell’inaugurazione della sede.




Trisulti: l’internazionale sovranista a casa nostra

La Certosa di Trisulti

Ve l’ho detto, si può fare una campagna europea ponendo attenzione a quello che accade nei territori. Questa storia, ahinoi, lo dimostra.
Collepardo è un piccolo Paese, di meno di mille abitanti, nella Provincia di Frosinone. Nel 1211, proprio in questo borgo, fu eretta l’Abbazia di Trisulti.
Dignitatis Humanae Institute, una fondazione che ai tanti non dirà molto. Molto di più, probabilmente, lo farà capire un nome: Steve Bannon. Cosa centra Bannon con Trisulti?
L’ex stratega di Trump, tramite la sua associazione, ha preso in gestione per 19 anni, pagando 100.000 euro la Certosa di Trisulti. Per rilassarsi nel fresco clima dei Monti Ernici? Certo che no, per farne una scuola di formazione: L’accademia dell’Internazionale Sovranista. Dal centro dell’Italia al centro dell’Europa per formare un vero e proprio “esercito” di populisti, sciovinisti e sovranisti.
L’altra figura chiave della DHI è cardinale Raymond Leo Burke, capofila dell’opposizione a Papa Francesco. Proprio per non farci mancare nulla.
La puntata di Report ( che potete trovare in allegato nel primo commento a questo post) ha evidenziato tutte le gravi e numerose opacità nel bando di assegnazione del Bene: coperture finanziare che provengono da società offshore con sede a Gibilterra, una vecchia chiesetta diroccata fatta passare per museo in modo da poter partecipare al Bando, mancanza dei requisiti giuridici per l’assegnazione del Bando.
Un luogo di pace, di solidarietà, di serenità da secoli non può e non deve diventare il luogo di formazione di chi vuole costruire una società fatta di odio, xenofobia e razzismo.
Chiedo con forza la sospensione immediata della concessione del bene alla Dhi e l’avvio di un rapido accertamento delle negligenze, interne al Ministero, che hanno permesso questo scempio.
Le grinfie della peggiore destra mondiale arrivano financo al cuore della Ciociaria: L’Internazionale Sovranista ha fondi, è organizzata, è pericolosa.
Noi, però, certamente non ci faremo intimidire: abbiamo l’obbligo morale di rispondere punto su punto a questa propaganda falsa che semina paura ed odio nella società. Abbiamo l’obbligo di organizzarci, di ragionare in maniera europea e globale davanti a queste organizzazioni che mirano a distruggere la civile convivenza tra popoli e persone.

Oggi a Frosinone, domenica a Pontecorvo

Dal territorio per il Territorio, con questo slogan continua la nostra campagna elettorale

Sono due gli importanti eventi del fine settimana: venerdì alle ore 18:30 a Frosinone, in Via Marittima 121, inaugureremo il comitato elettorale a Frosinone. “Ci tenevo molto ad avere subito un comitato elettorale attivo nel capoluogo. Oltre l’evidente importanza politica, è, per me, un sentito gesto di ringraziamento verso il Comitato di Possibile di Frosinone con il quale da anni collaboro proficuamente. Devo molto ad ognuno di loro sia in termine di affettivi, sia in termini di formazione politica. Un sincero ringraziamento va anche al Consigliere Comunale, Stefano Pizzutelli, per la disponibilità e la stima che ha sempre dimostrato nei miei confronti. Tornando sui temi ambientali risulta del tutto evidente la gravissima situazione che colpisce Frosinone e a cui l’amministrazione Ottaviani non ha saputo e probabilmente voluto porre alcun rimedio. C’è bisogno di una vera e propria rivoluzione verde per migliorare la vivibilità della città”.

Domenica alle 18:30 a “Piazzale Porta Pia”, per i pontecorvesi “La Villetta”, invece, sarà la volta di Pontecorvo. “Per tanti anni, Pontecorvo, è stata la mia seconda casa: ho frequentato il Liceo qui ed ho svolto attività sportiva per più di 10 anni. Ho imparato a conoscere questa città: la sua strategicità nel sud della Provincia di Frosinone, le sue potenzialità e i suoi tanti e gravi problemi ambientali che condivide con il comprensorio vicino. Nell’occasione desidero spiegare ai cittadini i punti programmatici della lista Europa Verde ma soprattutto calarli nella realtà territoriale. Bisogna insistere sull’importanza cruciale di queste elezioni europee: il futuro prossimo dell’Italia passerà proprio da questa consultazione, le possibilità di sviluppo e di innovazione sono correlate alla capacità di attrarre fondi europei. Anche in questo caso mi sento di dover fare dei doverosi ringraziamenti: al portavoce del Comitato Locale di Possibile, Davide Luzzi, e allo storico e sempre attivo rappresentante dei Verdi, Maurizio De Vincenzis.

Scrivere Umberto Zimarri sulla scheda elettorale significa dare un voto a chi conosce il territorio, a chi da anni ha lavorato per la tutela e la salvaguardia ambientale, a chi è e sarà sempre a disposizione di tutti i cittadini e delle realtà associative.

5 iniziative per combattere le ecomafie

Umberto Zimarri

Dal rapporto Ecomafia 2018 emerge un dato estremamente preoccupante: mai nella Storia italiana sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l’ambiente come nel 2017, mai tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti.
Per dare un’idea partiamo da un dato: mediamente ogni giorno in Italia si verificano 84 illeciti al giorno.
Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24% mentre il giro di affari delle ecomafie si aggira sui 14 miliardi di euro. Il Lazio si posiziona in quinta posizione per numero di illeciti commessi, prima delle regioni considerate a tradizionale presenza mafiose.

Quali proposte per contrastare il fenomeno dei “ladri di futuro”? Come Candidato alle Europee concordo e rilancio quelle lanciate da Legambiente nel report Ecomafie 2018. Ovvero:

1) Istituzione di una commissione d’inchiesta Parlamentare sul ciclo dei rifiuti e di una commissione d’inchiesta per l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
2) Approvazione in tempi rapidi di una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive e di un disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette
3) Formazione specifica ed avanzata a tutti gli operatori del settore sulla legge 68/2015
4) Facilitare l’accesso alla giustizia ,abbattendo i costi,per le associazioni ambientaliste. La Giustizia non può essere un lusso.
5) Maggiore tutela dei marchi nel settore agroalimentare riprendendo la proposta di disegno di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti alimentari della Commissione ministeriale presieduta dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli, che introduce una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro sanitario” all’“omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose” dal mercato.