Discarica di Roccasecca: ancora tu, non dovevamo vederci più?

Sembra incredibile ma nonostante gli scandali e le relazioni che ormai da mesi emergono a cadenza regolare, in questi giorni tornano a farsi insistenti le voci di un ampliamento della discarica di Roccasecca. La soluzione sarebbe caldeggiata, ovviamente, dalla Regione Lazio che durante la una discussione al bilancio ha inserito il seguente emendamento:

Se la situazione non fosse particolarmente drammatica, per quanto ha pagato da vent’anni il nostro territorio, ci sarebbe da parafrasare amaramente Gaber, la chiusura definitiva oggi no, domani forse ma dopodomani sicuramente. Il solito trucchetto, posticipare, promettere, non prendere alcuna decisione e poi ricorrere all’emergenza. Fino alla prossima proroga. Fino al prossimo rinvio temporale. Con buona pace di tutte le belle parole sulla green economy e la transizione ecologica.

Discarica di Roccasecca: La Relazione dell’Arpa

Il governo Regionale, invece, di tentare con subdoli emendamenti la solita zampata agostana, avrebbe invece tanto da riflettere su quanto emerge sulla Relazione dell’Arpa del 23/04/2021. Perché è così grave quanto emerge dal documento. Cito Testualmente.

“Come possibile evincere dai valori riportati nella Tabella 3, a fronte di un volume utile netto autorizzato negli anni 2016÷2021 pari a 762.896 m3, corrispondenti a 739.441 tonnellate, al netto delle approssimazioni relative agli indici di compattazione, non sempre riportati nelle D.D. sopra richiamate
(0,9÷1,0 tonn/m3), risulterebbero essere state conferite in discarica circa 1.041.867 tonnellate, ovvero, pari a circa 302.426 tonnellate in più a quanto autorizzato.”

La logica avrebbe preteso una commissione d’inchiesta immediata, risposte celeri verso i cittadini su come si sia potuto verificare questo grave fenomeno e su quali materiali sono stati scaricati senza autorizzazione in discarica. Chi doveva controllare e non l’ha fatto? Invece, di rispondere a questi quesiti l’unica risposta che traspare è la ricerca di qualche espediente per riaprire una discarica chiusa. Era questo il famoso circolo virtuoso dei rifiuti in Provincia di Frosinone che in tanti hanno lodato negli anni?

Sempre dalla stessa relazione emerge chiaramente come la maggior parte dei rifiuti arrivano dall’Ato di Roma, anch’esso problema arcinoto.. In realtà è altrettanto vero che questa politica troppo spesso è stata avallata dai vertici aziendali della Società Pubblica che continua a preferire la quantità di rifiuto, alla qualità della lavorazione che dovrebbe puntare ad un vero riciclo. Sono anni che si parla di “Fabbrica dei rifiuti”, sono anni che non cambia nulla.

Con le elezioni romane alle porte, sarebbe il caso di far emergere con franchezza e chiarezza l’eterno problema della città eterna, incapace nel 2021 di riuscire a gestire i suoi rifiuti ed avanzare soluzioni condivise nell’ottica della salvaguardia del territorio regionale.

Di una cosa, però, questi signori possono essere certi: noi saremo sempre qui, pronti a rintuzzare con l’orgoglio e la ragione, ogni attacco al nostro territorio ribadendo con forza che nessun quinto bacino è possibile, portando in tutte le sedi istituzionali e non le nostre ragioni.

Discarica di Roccasecca: Il V bacino è autorizzato

L’incubo è purtroppo diventato realtà: la Regione Lazio ha autorizzato definitivamente un ulteriore ampliamento della discarica, il celebre, ahinoi, V bacino. Il 31 dicembre 2020 terminava l’autorizzazione a conferire sul IV bacino ( la sopraelevazione autorizzata dai due ultimi esecutivi), con puntualità svizzera le autorizzazioni sono arrivate.

Discarica di Roccasecca: cosa significa V bacino?

In parole semplici cosa vuol dire V bacino? A livello di superficie si tratta di uno spazio di 31.567 metri quadri, praticamente 3 campi di calcio. Sono previsti cinque lotti di discarica. Il volume complessivo è, invece, uguale a 592.021 metri cubi. Il Piano Regionale dei rifiuti redatto nell’agosto del 2020, come evidenziato nel V.I.A, stima il fabbisogno della Provincia di Frosinone, fino al 2025, in 200.000 tonnellate. Questa cifra mostra evidentemente e senza ombra di dubbio l’entità e l’impatto di questa nuova area di discarica. E’ importante sottolineare come nel documento di Programmazione Regionale esista una postilla deleteria per il nostro territorio che resterà destinato a scontare le carenze altrui. La politica delle deroghe. La politica che può istituire gli Ato e nello stesso tempo derogarli all’infinito.

“sono stabiliti i fabbisogni fino al 2025 per l’ATO di Frosinone per circa 200.000 ton. Per tutto il sistema di gestione degli ATO si rimanda a quanto approvato nel Piano e quanto verrà approvato con successiva legga in fase di approvazione come disposto nello stesso piano al capitolo 11.1 entro 120 giorni.Nel medesimo capitolo è anche previsto “In caso di carenza impiantistica, in attesa dell’autosufficienza di ATO, l’ATO deficitario può utilizzare impianti presenti in altri ATO, fermo restando il principio di prossimità e per un periodo massimo di trentasei mesi.

I Dati del V Bacino. Fonte, A.I.A Regione Lazio ( http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_documenti/RIF_DD_G15189_14_12_2020_Allegato1.pdf)

Alla fine il principio resta sempre il medesimo, la discarica di Roccasecca si può ampliare perché altrimenti c’è l’emergenza. Una sorta di figura mitologica. Ai bambini delle nostre zone, per impressionarli, non citeremo più il lupo mannaro, ma l’emergenza. A causa dell’emergenza che va avanti da 20 anni, cresce ininterrottamente questo mostro ambientale.

Discarica di Roccasecca: il parere del Governo

Nell’ultimo anno per ben tre volte è intervenuto il Presidente del Consiglio su questa vicenda. Per due volte ha avallato l’ampliamento in altezza del IV bacino e successivamente ha dato il “V.I.A” alla costruzione del V, smentendo le osservazioni del Ministero dei Beni Culturali. Tante volte ho ripetuto in questi anni che esistono cittadini di Serie A e cittadini di Serie B nella Regione Lazio. Abbiamo cittadini sacrificabili e quelli non sacrificabili. Quest’ora viene certificato. Nero su Bianco.

” Valutato inoltre che il Consiglio dei Ministri ha effettuato una valutazione comparativa degli interessi coinvolti nel procedimento costituiti da una lato nell’impatto paesaggistico che l’ampliamento della discarica esistente può avere sull’area interessata dall’intervento e, dall’altro, nella considerazione che la realizzazione del V bacino risulta urgente sotto l’aspetto della tutela sanitaria nel territorio regionale, in quanto facente parte del sistema integrato di gestione dei rifiuti in corso di realizzazione. E che ha considerato prevalente
l’interesse alla tutela igienico-sanitaria del territorio regionale e quindi di consentire la prosecuzione del procedimento diretto all’ampliamento della discarica di Roccasecca, attraverso la realizzazione del V Bacino.;”

Dal RIF_DD_G15189_14_12_2020, della Regione Lazio.

Molto grave, a mio avviso, anche il mancato invio dell’elenco dei siti provinciali alternativi che ha fornito un alibi di ferro a chi questa discarica voleva ampliarla fin dal primo secondo di questo lungo iter.

Ciclo dei rifiuti: intreccio di convergenze

E’ questo il ciclo provinciale “chiuso” ed innovativo di cui tanti si vantano?

  • Si ricorda la delibera che vede la MAD unitamente alla SAF ed all’impianto di San Vittore convergenti con gli obiettivi di produttività della Saxagrestone nel territorio di Roccasecca ed inoltre possono garantire lo smaltimento di rifiuti derivanti da bonifiche del territorio della Provincia di Frosinone che concorrono comunque agli obiettivi dell’aggiornamento del Piano.
  • Impianto SAF di Colfelice. L’impianto in questione è strettamente connesso con il vicino impianto della S.A.F (Società Ambiente Frosinone), impianto questo di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani (TMB) che vengono, quindi, stabilizzati nella loro frazione organica mediante compostaggio. La MAD è tenuta a smaltire nei propri bacini i rifiuti trattati dal citato impianto della SAF per almeno il 50%.
  • Tenuto conto altresì degli obiettivi di bonifica in particolare di tutte le aree della valle del Sacco ricadenti nella provincia di Frosinone, nonché delle aree recentemente individuate in diversi comuni del Frusinate che necessitano di bonifica, si ritiene comunque utile valutare la possibilità di poter comunque utilizzare una parte di volumetria, con le limitazioni meglio appresso specificate, eventualmente da riservare e destinare unicamente a smaltimento di rifiuti derivanti da discariche comunali da bonificare o altri siti di bonifica della Provincia di Frosinone che per necessità devono essere rimosse dagli attuali luoghi, al fine di garantire maggiori standard ambientali.Al momento non è possibile avere una stima di tali quantitativi di rifiuti da rimuovere non essendo ancora stati approvati i relativi progetti di bonifica appare comunque utile destinare una volumetria per tali attività di bonifica utili per il territorio della Provincia di Frosinone

Cosa fare adesso?

Oltre ai procedimenti in corso, a mio avviso, sono presenti elementi per un ulteriore ricorso al Tar. Un ultima carta da giocare. Su tutti vi è un motivo di estrema importanza. Il 17 novembre del 2020, la Corte Costituzionale, ha annullato il Piano Paesistico della Regione Lazio. L’iter per la costruzione del V bacino inizia nel autunno del 2015. Viene stoppato, proprio per la mancanza di un piano aggiornato. Riparte nell’autunno dello scorso anno a seguito dell’approvazione del Piano. Ora non serve un fine giurista per comprendere che non può essere corretto avallare un nuovo lotto di discarica, senza questo documento, giudicato fondamentale dallo stesso organo regionale in passato. Il Comune di Roccasecca ha sollevato la questione ma la risposta della Regione è stata a dir poco fantasiosa: l’aspetto non sarebbe di competenza comunale. Un assurdo.

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